Si è svolto il webinar organizzato da FREE, Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica e AIEL, Associazione italiana energie agroforestali, per un confronto sulla sostenibilità delle biomasse forestali e il loro ruolo per ridurre la dipendenza energetica dell’Italia e facilitare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea. Un dibattito a tutto campo, che ha coinvolto le principali organizzazioni di rappresentanza della filiera bosco, legno, energia: Coordinamento FREE, AIEL, Elettricità Futura e Itabia, insieme a importanti istituzioni di ricerca come il Crea.
La discussione ha preso avvio dalla crisi energetica scatenata dal conflitto in Ucraina che ha provocato l’impennata dei prezzi dell’energia e timori per il blocco delle forniture energetiche russe. Dinamiche che secondo i relatori confermano la necessità non più prorogabile di sfruttare il contributo del settore nazionale delle bioenergie nell’ottica di una maggiore diversificazione degli approvvigionamenti, contrastando il caro energia, promuovendo lo sviluppo locale e la transizione energetica nel solco della nuova Strategia forestale nazionale. Per ripensare il modello energetico nazionale è dunque irrinunciabile lavorare ad una vera promozione delle energie rinnovabili, fra cui le varie forme di bioenergie, dell’efficienza e del risparmio energetico, senza ricorrere a soluzioni vecchie e ambientalmente insostenibili come le fonti fossili.
“Il coordinamento Free vuole approfondire in maniera organica e completa la questione legata alle fonti energetiche da biomasse che sono indispensabili per affrontare al meglio le sfide energetiche ed ambientali che ci attendono – ha detto introducendo il webinar Livio de Santoli, Presidente del Coordinamento FREE. – Le biomasse sono un elemento importante del nuovo quadro energetico legato alla transizione energetica. Le potenzialità delle biomasse sono notevoli e si può arrivare a sostituire ben 8 miliardi di metri cubi l’anno di gas naturale. Oltre a ciò, c’è l’importanza dell’effetto che hanno le biomasse sulla riduzione della bolletta. Un 40% di contrazione dei conti energetici delle famiglie è un ottimo elemento per coniugare la lotta all’emergenza climatica con quella alla povertà energetica che è un fenomeno in crescita esponenziale. Con il ricorso alle rinnovabili in generale e alle biomasse in particolare si metteranno le bollette degli italiani definitivamente al riparo da questa crisi geopolitica e da quelle future che arriveranno di sicuro in un prossimo futuro».
Annalisa Paniz, Direttrice generale di AIEL ha ulteriormente esaminato il contributo della filiera biomasse alla crisi energetica, ricordando come sia fondamentale considerare la filiera foresta-legno nel suo complesso, con un approccio sistemico ed integrato, investendo su di essa per garantire un’economia “wood-based”, fondata su un uso efficiente e circolare delle risorse grazie all’utilizzo a cascata delle risorse legnose. “Considerando le risorse legnose attualmente a disposizione – ha spiegato Annalisa Paniz – è possibile puntare ad un obiettivo di 16,5 Mtep di energia termica prodotta da bioenergia, contro gli attuali 7 Mtep, di cui 8,5 Mtep da biomasse legnose, pari a circa 146 GW di potenza installata. Potenzialmente con le bioenergie è quindi possibile sostituire oltre 9 miliardi di m3 di gas metano, ossia 4 milioni di caldaie a fonte fossile ad uso domestico, portando le bioenergie a coprire fino al 68% dell’energia da FER nel settore termico e fino al 37% dei consumi termici finali. Interventi che consentirebbero di contenere i costi energetici per le famiglie in modo significativo: con i prezzi attuali, utilizzare legna da ardere o pellet per scaldare una abitazione consente un risparmio medio rispetto al metano pari rispettivamente a oltre 900 € (-55%) e oltre 700 € (-44%)”.
Andrea Zaghi, Direttore generale Elettricità Futura, ha sottolineato la particolare importanza del contributo delle bioenergie soprattutto in questa fase di crisi del gas in cui il Paese ha bisogno di alternative per affrancarsi dalla dipendenza dalla Russia. “Le bioenergie – ha spiegato Zaghi – sono risorse energetiche nazionali, rinnovabili e, in termini di programmabilità e contributo alla produzione, hanno vantaggi del tutto assimilabili a quelli di una centrale termoelettrica. Pertanto, abbiamo proposto che nella fase di aggiornamento del PNIEC venga rafforzato il contributo delle biomasse, a cui finora è stato dato un ruolo ben al di sotto sia delle potenzialità del settore, sia rispetto a quanto delineato dagli altri Stati Membri. Infine, sarà fondamentale creare una prospettiva di medio termine per gli investitori, con un quadro normativo certo e presupposti per gli investimenti e per il sostegno all’innovazione tecnologica”.
Nel corso del webinar è stato sottolineato come la bioenergia sia già oggi la fonte rinnovabile che contribuisce maggiormente ai consumi energetici del nostro Paese, circa il 9-10% dei consumi energetici totali del Paese. Secondo Vito Pignatelli, Presidente di ITABIA, Italian Biomass Association: “Essendo in grado di fornire elettricità, calore e biocarburanti per i trasporti in modo continuo e programmabile, la bioenergia offre grandi potenzialità per la sostituzione dei combustibili fossili, a partire dal metano, e nella copertura del carico di base (baseload) per soddisfare le richieste di energia nell’intero arco della giornata e dell’anno. Al contrario – ha proseguito Pignatelli – l’importanza della bioenergia è troppo spesso sottostimata, anche nell’ambito del PNRR, con la sola eccezione del contributo alla decarbonizzazione dei trasporti sotto forma di biometano e biocarburanti avanzati, e le previsioni di crescita di questa fonte rinnovabile sono decisamente inferiori al suo effettivo potenziale. È necessario un impegno da parte di tutti per arrivare ad una corretta e capillare informazione e convincere i decisori politici a introdurre una serie di azioni positive, come riportato nella position paper del Coordinamento FREE “Il contributo dell’energia da biomasse al processo di transizione ecologica”, che consentano di “liberare” la produzione di energia da biomasse dai troppi vincoli e ostacoli ancora presenti e di valorizzarne pienamente le grandi potenzialità”.
A conclusione del webinar, l’intervento di Sonia Marongiu del CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, incentrato sulla nuova Strategia Forestale Nazionale. “La Strategia Forestale Nazionale individua tre obiettivi generali che rappresentano una declinazione su scala nazionale delle priorità UE e definiscono il quadro strategico di indirizzo a supporto delle amministrazioni nazionali e regionali competenti – ha spiegato Sara Marongiu –. Si tratta di un documento strategico molto importante, di validità ventennale e che sarà accompagnato da un processo di monitoraggio e valutazione per un aggiornamento quinquennale. Grazie alla nuova SFN, viene quindi a strutturarsi una base programmatoria di riferimento e indirizzo per il settore forestale nazionale e regionale che costituirà una base di confronto fondamentale per dibattiti costruttivi di mediazione tra gli interessi sociali e quelli politici di tutela e conservazione del patrimonio forestale. Un confronto che dovrà tener presente la necessità di ridare “valore al bosco” e a tutte le attività (produttive, socioculturali e di tutela e conservazione ambientale e paesaggistica) a esso connesse”.
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