Pierfrancesco Fantoni, tra i docenti più esperti del Centro Studi Galileo, risponde a un quesito sulle verifiche di funzionamento del circuito frigorifero.
Come si può stabilire se la temperatura che misuro sulla mandata di un compressore di un circuito frigorifero è corretta oppure no?
La temperatura che si può misurare sulla mandata del compressore fornisce una valida indicazione riguardo alla sua modalità di funzionamento. Da essa, ad esempio, si può risalire, seppur in maniera approssimata, alla reale temperatura della piastra valvole o della testa del compressore. Quindi la sua rilevazione è molto significativa.
Per poter finalizzare le verifiche di funzionamento, valutando la congruità di quanto viene misurato occorre avere un valore di riferimento. Tale valore, purtroppo, non è univoco, in quanto dipende dal tipo di refrigerante impiegato, dalle temperature di evaporazione e condensazione e da altri parametri termodinamici del circuito in questione. Pertanto non è possibile stabilirlo a priori.
Si può ottenere un valore di riferimento per via teorica, rappresentando nel diagramma pressione-entalpia il ciclo frigorifero che governa il funzionamento del circuito e poi leggendo, in tale rappresentazione, il valore teorico della temperatura di fine compressione, che ben rappresenta la temperatura che si può misurare operativamente sulla tubazione di mandata del compressore. Se i due valori, quello teorico letto sul diagramma e quello effettivamente misurato, risultano essere prossimi tra loro allora si può senz’altro concludere che il compressore sta lavorando in maniera congruente con quanto prevedono le leggi della termodinamica.
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