Il Museo Alfa Romeo ha riaperto dopo un lungo periodo di chiusura con il nuovo nome “La Macchina Del Tempo – Museo Storico Alfa Romeo”. Si estende su una superficie di 20mila mq, di cui 6.500 di percorso espositivo, e si colloca in quello che un tempo era il complesso direzionale dello stabilimento, risalente agli anni 70
Il progetto di ristrutturazione del sito Alfa Romeo di Arese ha riguardato una vasta area sulla quale sorgevano, oltre al Museo, diverse strutture.
Interpellata nel 2013 da FCA, la società di ingegneria integrata EP&S di Torino si è occupata della progettazione strutturale, della progettazione degli impianti meccanici ed elettrici e della progettazione architettonica delle parti commerciali, mentre il progetto architettonico e di allestimento del museo e di tutte le aree ad esso collegate è stato curato dallo Studio Camerana & Partners.
Tra le soluzioni impiantistiche adottate, i diffusori lineari Trox VSD 35 a feritoia a lancio orientabile e le travi fredde Trox DID 632.
Massimo Rapetti e Giorgio Bo, ingegneri di EP&S hanno spiegato il perchè di queste scelte. “La struttura si caratterizza per gli ampi spazi che aprono verso l'esterno attraverso grandi vetrate: questo ha comportato l'impossibilità di occupare le pareti e la conseguente scelta di utilizzare il controsoffitto come elemento importante per la parte impiantistica, di illuminazione e di climatizzazione. Il soffitto dei due piani è una superficie illuminante diffusa, che non lascia spazio per la collocazione degli impianti se non lungo le strisce fra un pannello luminoso e l'altro. Di conseguenza, poiché anche le altezze dei controsoffitti erano molto limitate, la scelta della trave fredda è risultata obbligatoria”.
Rapetti continua spiegando che le travi fredde sono molto silenziose rispetto ad altri sistemi e garantiscono la possibilità di trattare l'ambiente in modo diverso per aree separate, intervenendo con la regolazione locale.
I 3 piani dell'edificio sono suddivisi in 6 semipiani e ciascuno dei semipiani può essere infatti riscaldato o raffrescato indipendentemente dagli altri. Inoltre, i ventilconvettori canalizzati, collegati ai diffusori lineari, sono incastonati tra un silenziatore in ripresa e uno in mandata, i flessibili sono del tipo silenziato e i diffusori lineari sono stati scelti tra quelli con bassi livelli di rumorosità.
Giorgio Bo aggiunge: “Questo è un cantiere in cui sono state realizzate opere significative in meno di un anno, abbiamo lavorato infatti da settembre 2014 ad aprile 2015, con una velocità assoluta. Ciò è stato possibile perché sin dall'inizio abbiamo scelto la semplicità, l'affidabilità e la replicabilità come elementi imprescindibili per raggiungere l'obiettivo della consegna in 8 mesi. Una volta ben concepito e realizzato un modulo, questo è replicabile e consente una flessibilità assoluta sul layout. Inoltre, non sapendo all'inizio chi l'avrebbe realizzato (Gianni Benvenuto), abbiamo scelto delle tecnologie universalmente note, affidabili e che rispondessero ai requisiti di flessibilità”.
Trox è poi riuscita a soddisfare anche richieste particolari attraverso personalizzazioni di colore sui diffusori, per un'integrazione di questi elementi con i soffitti.
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