Una prova di trattamento antilegionella eseguito mediante acido ipocloroso prodotto col processo Anolyte è stata messa in pratica presso l’azienda ospedaliero-universitaria maggiore della carità di Novara, una struttura antica risalente al 1600, che ha subito innumerevoli restauri a padiglioni e impianti, in molti casi ormai vetusti.
Un primo tentativo di trattamento antilegionella
Il piano di contenimento dello sviluppo della Legionella negli impianti di distribuzione e produzione dell’acqua calda dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, in vigore da anni prevede che ogni notte, per 30 minuti, il produttore dell’acqua calda e il ricircolo siano portati ad una temperatura di 70°C. Contemporaneamente si effettua uno spurgo dal fondo del produttore d’acqua calda. Se con le analisi periodiche previste si riscontra presenza di Legionella con valori uguali o superiori a 100 e fino a 500 UFC/l si procede a un innalzamento termico alla temperatura massima possibile (circa 80°C nel produttore d’acqua calda), se invece è superiore a 500 si procede a una clorazione shock fino a raggiungere una concentrazione di circa 50 mg/l ai rubinetti per circa mezz’ora. Questo tipo di soluzione ha consentito fino ad oggi di limitare notevolmente il numero di positività di basso livello (fino a circa 500 UFC/l) mentre valori significativamente superiori a tale limite sono occasionali e abbastanza rari. Il panorama generale è accettabile, si deve però rilevare che alcuni padiglioni presentano criticità tali da originare una positività superiore al limite del 100 UFC/l anche con valori elevati. La conseguenza è che vi sono reparti in cui le temperature sono più basse di quelle necessarie per garantire il contenimento della proliferazione della Legionella.
Tenendo conto che l’impianto di clorazione continua utilizza in questo caso l’ipoclorito sodico, che provoca corrosione per aggressione ossidativa sull’acciaio zincato, la formazione di composti come i trialometani (THM) e tende a perdere efficacia nei confronti del biofilm presente nelle tubazioni, si è deciso di sperimentare un nuovo sistema in grado di generare acido/ione ipocloroso. La sperimentazione è stata condotta con la Termoacqua Tecnologie Srl che ha messo a disposizione un impianto denominato Anolyte, facendosi anche carico della gestione dell’impianto, nonché di analisi quindicinale sulla presenza di Legionella. Il sistema è stato montato nel padiglione F i cui impianti tecnici, oltre che il reparto Infettivi, l’Anatomia patologica, gli spogliatoi e le docce degli infermieri, sono posti su un ramo laterale a basso consumo di acqua sfavorito idraulicamente, che ha sempre dato luogo a problematiche per la presenza di Legionella. Il nuovo impianto di disinfezione è basato su un generatore assimilabile a un impianto cloro-soda con cella a diaframma, ha il vantaggio di poter produrre quasi esclusivamente acido ipocloroso, la cui efficacia come disinfettante è ben nota tanto chenel caso dell’Escherichia coli è di ben 50 volte superiore a quella dello ione ipocloroso prodotto dalla dissociazione dell’ipoclorito e di circa 10 volte rispetto al biossido di cloro. Un secondo vantaggio è che gli ipocloriti in presenza di sostanze organiche azotate e/o di ammoniaca danno luogo alla formazione di clorammine, che causano il caratteristico odore di cloro, scomparso impiegando questo nuovo sistema. L’acido ipocloroso è efficace anche sul biofilm ed è esente da mercurio.
Apparecchiature per il trattamento antilegionella
L’apparecchiatura installata è composta da tre sezioni, la prima è quella di trattamento acqua ed è composta da un filtro, un addolcitore e un serbatoio per la preparazione e l’accumulo della salamoia, preceduto da un filtro da cinque micron. La salamoia entra nella seconda sezione che è la cella di produzione dell’Anolyte per via elettrolitica, da cui esce la soluzione di acido ipocloroso che va al serbatoio di accumulo, mentre la salamoia esausta va allo scarico e la soluzione di soda può essere recuperata per il lavaggio dei pavimenti. La terza sezione è costituita da un pannello su cui sono montate due pompe dosatrici e un clororesiduometro, che misura il contenuto di acido ipocloroso nel circuito dell’acqua calda sanitaria. La prima di queste pompe preleva la soluzione pronta di disinfettante dal serbatoio e la inietta sul ricircolo in funzione della lettura del clororesiduometro, in modo che il tenore di acido ipocloroso sul circuito venga mantenuto costante intorno a 0,2 – 0,4 mg/l. La seconda pompa è comandata da un contatore posto sulla linea dell’acqua di rabbocco e in funzione dell’ingresso di acqua nuova dosa un prodotto antincrostante ed anticorrosivo di tipo alimentare a protezione degli impianti da incrostazione e corrosione. Nelle figure 1 e 2 si vede l’impianto installato nella centrale del padiglione F.
Controlli sull’impianto di trattamento antilegionella
Il piano concordato prevedeva una verifica quindicinale della presenza di Legionella sul ricircolo e sul rubinetto della cucina del reparto mentre mensilmente si aggiungevano un controllo nello spogliatoio degli infermieri. I risultati delle analisi sono stati elaborati presso il laboratorio Comie di Sizzano (NO), accreditato presso Accredia. A parte la prima rilevazione, tutte le analisi condotte dell’arco di cinque mesi non hanno riscontrato alcuna presenza di colonie del batterio. Sono state fatte anche quattro analisi chimiche e cinque batteriologiche, per verificare se il nuovo sistema di disinfezione potesse causare variazioni della composizione chimica e fosse efficace anche i sulla flora batterica, in ottica della vigente legislazione sull’acqua potabile. Come si può vedere dalle tabelle 3 e 4 le prime due analisi evidenziano che l’impianto assorbe praticamente tutto l’acido ipocloroso dosato, verosimilmente per l’abbattimento del biofilm presente sulle tubazioni. Dopo due mesi e mezzo l’analisi evidenzia un innalzamento del valore di cloro fino a 1,5 mg/l, indice probabile del totale abbattimento del biofilm, questo valore, dopo la successiva taratura, si stabilizza intorno a 0,2-0,3 mg/l. Secondo l’analisi batteriologica l’acqua potabile ha valori regolarmente entro i limiti previsti, mentre la pur modesta presenza di colonie a 22 e a 36°C rilevata con la prima analisi scompare completamente per tutta la durata della prova a conferma dell’efficacia dell’acido ipocloroso anche nei confronti di tutti i batteri indice utilizzati per i controlli dell’acqua potabile.
I benefici del trattamento antilegionella con Anolyte
La sperimentazione condotta nell’arco di oltre cinque mesi del processo Anolyte per la produzione di acido ipocloroso e il suo dosaggio sul circuito dell’acqua calda sanitaria in funzione del cloro residuo condotta sul padiglione F dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità di Novara aveva per obiettivo di verificare l’efficacia di questa tecnica di disinfezione nelle condizioni più difficili. A conclusione di questa sperimentazione, condotta con un impianto di generazione di acido ipocloroso, le analisi quindicinali hanno dimostrato la totale scomparsa della Legionella che, salvo che nella prima analisi, è risultata sempre totalmente assente. Le analisi chimiche e batteriologiche condotte verificando i principali parametri previsti dalla vigente legislazione sull’acqua potabile hanno dimostrato la mancanza di alterazioni rispetto all’acqua fornita dall’acquedotto, la totale assenza di coliformi totali, enterococchi intestinali e Escherichia Coli e la scomparsa delle conte batteriche a 36 e a 22°C, presenti nel primo controllo.
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere