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Soluzioni tecnologiche per il Monastero Santa Rosa Hotel & Spa

Un antico monastero trasformato in hotel di lusso, dove innovative soluzioni impiantistiche, facili da utilizzare, si integrano in un ambiente raffinato e solo apparentemente essenziale

Nella ristrutturazione in costiera Amalfitana di Monastero Santa Rosa Hotel & Spa, sin dalla concezione dei progetti originali, l'obiettivo è stato quello di conservare l'anima dell'edificio, per permettere agli ospiti di vivere un'atmosfera spirituale unica. Da qui la scelta di realizzare solo 20 camere, ognuna delle quali occupa due o più celle dell'edificio originale, come per le suites, mantenendo intatta la struttura muraria e la sensazione di serenità che solo i monasteri sono in grado di trasmettere.

Il lavoro di ristrutturazione è quindi stato particolarmente lungo e minuzioso per l’esistenza di strettissimi vincoli dal punto di vista architettonico, paesaggistico e storico. La proprietaria si è ispirata ad un concetto ben sintetizzato dal direttore dell'albergo Flavio Colantuoni: “Il lusso della semplicità”, ovvero servizi e comfort al massimo livello, ma proposti in modo discreto.

Così, benché la clientela sia relativamente giovane e quindi abituata alle più sofisticate innovazioni tecnologiche, la proprietà ha scelto di offrire la tecnologia in modo non ostentato, ma quasi nascondendola. Al contrario di altri hotel, dove le funzionalità tecnologiche vengono esaltate, in questo caso devono essere esclusivamente “a servizio” dell'ospite, con l'obiettivo di renderne l'impiego tanto gradevole quanto semplice.

Il ruolo della domotica. Introdurre tecnologie di controllo e gestione degli ambienti, in un tale contesto, rappresenta un equilibrio delicato. Un equilibrio con cui si è dovuto confrontare Gerardo Cardellicchio, titolare di Elettromeccanica Cuomo, che ha curato l'intera installazione.

Il primo dilemma con cui si è misurato è stato quello di individuare un'interfaccia adeguata al contesto. All'interno delle camere, così come negli ambienti comuni, la scelta si è indirizzata sulla serie civile Axolute nella versione bianca, una soluzione capace di integrarsi perfettamente nel contesto di un antico monastero. In questo caso, infatti, è risultato vincente il design essenziale, unito alla linearità formale e non esibita.

Del resto, come spiega Cardellicchio, “l'aspetto più difficile del lavoro è stato quello di far 'scomparire' l'impianto elettrico, che quasi non doveva essere percepito dagli ospiti”. Un obiettivo al quale ha contribuito anche il fatto che, avendo sopraelevato i pavimenti, è stato possibile far transitare i cavi sotto il piano di calpestio, riducendo al minimo gli interventi sulle pareti in sasso.

Per facilitare l'utilizzo della tecnologia, gli ospiti interagiscono solamente attraverso una serie di tasti che, grazie a intuitive serigrafie, permettono di gestire agevolmente il comfort di ogni singola stanza.

La cura dei dettagli è arrivata al punto che, volendo alzarsi senza disturbare il proprio partner, un ospite può accendere solamente delle piccole luci discrete, che lo guidano sino al bagno. Una semplicità di impiego che “nasconde” la tecnologia SCS, grazie alla quale è possibile distribuire l'alimentazione, ma anche i segnali dati, video e audio all'intero complesso. Il tutto sfruttando la flessibilità del protocollo che ha consentito a Cardellicchio di aggiungere anche nuove funzionalità, che non erano state previste nel progetto iniziale.

Il cuore oltre… la porta. Per garantire tutte queste funzionalità, ogni singola stanza deve essere dotata di un proprio quadro elettrico. Apparecchi che, però, striderebbero dal punto di vista estetico. Stupisce così constatare come all'interno delle camere, ma anche attraversando i lunghi corridoi del convento, sia impossibile vedere le installazioni “tecnologiche” che gestiscono la “spiritualità” dell'ex monastero. Il segreto, come spiega il direttore, è in un artificio architettonico che, in fase di progettazione, ha permesso di ricavare delle piccole nicchie, accessibili dal corridoio esterno, nelle quali i quadri sono celati dietro le pesanti porte in legno delle ex celle delle monache. Questo significa che, percorrendo i corridoi, gli ospiti vedono solamente una serie di porte, ma non posso immaginare che nascondano il cuore tecnologico della propria stanza. Solo aprendo una di queste pesanti porte appaiono i quadri Ldx800, equipaggiati con tutte le apparecchiature necessarie al sistema domotico e alla distribuzione di energia. Tutta la componentistica, anche in questo caso, è firmata da BTicino.

La libertà della Spa. All'interno delle ex-celle, trasformate in comode stanze, la tecnologia non deve essere percepita. Nella Spa, al contrario, Cardellicchio è stato libero di esaltare le soluzioni tecnologicamente più innovative. In questi ambienti, infatti, l'hotel offre una completa serie di trattamenti estetici e rilassanti, attraverso percorsi benessere studiati sulle singole esigenze degli ospiti. Da qui la libertà, per gli ospiti e per il personale, di scegliere la musica, ma anche la temperatura e l'illuminazione adatte al particolare trattamento o allo stato d'animo dei singoli. Una scelta che può essere personalizzata attraverso una serie di pannelli touch screen MyHome da 3,5”, che permettono di attivare gli scenari più svariati. Anche in questo caso, benché la tecnologia sia percepita, l'impiego di touch screen ne rende l'impiego semplice e immediato.

La potenza dentro un armadio. I limiti dell'approvvigionamento attraverso la rete di gas pubblica hanno suggerito di utilizzare l'energia elettrica anche per il riscaldamento, oltre che per l'impianto di condizionamento, la piscina a picco sul mare, le cucine e le singole utenze. Una situazione che comporta, come intuibile, l'utilizzo di potenze significative. Per tale ragione, all'interno di un vecchio deposito defilato dalla struttura frequentata dagli ospiti, sono stati installati i due armadi Mas 4000 HDX, ingegnerizzati per supportare correnti sino a 4.000 A. Da queste strutture si dirama l'enorme fascio di cavi che consente di distribuire l'energia elettrica all'intero complesso.

Un'elevata quantità di cavi, come comprensibile, comporta anche un peso significativo, che deve essere sostenuto adeguatamente nel tempo. Questo anche in considerazione del fatto che, trovandosi in prossimità del mare, l’atmosfera è particolarmente corrosiva. Da qui la scelta di utilizzare passerelle a filo Cablofil nei controsoffitti e passerelle portacavi Gamma-P. Soluzioni di distribuzione in metallo di elevata qualità, in grado di resistere nel tempo e garantire livelli di affidabilità in linea con gli standard della struttura.