Affinché una smart home possa definirsi davvero una casa intelligente, deve possedere requisiti tecnologici tali da consentire il completo controllo dei parametri ambientali, a cominciare dalla climatizzazione domotica, sia dall’interno che da remoto. I vantaggi sono molteplici, principalmente comfort, sicurezza e risparmio energetico.
La climatizzazione domotica consente di avere l’ambiente completamente sotto controllo, l’impianto di condizionamento perfettamente funzionante e monitorato in tempo reale, con la possibilità di interagire anche da altri luoghi per verificarne lo stato o per modificare parametri ambientali. Il controllo dei parametri di funzionamento e di benessere del nostro habitat sia residenziale che lavorativo oppure di relax e divertimento: in sintesi, sono questi gli obbiettivi che si possono conseguire integrando i sistemi di domotica con quelli di climatizzazione.
Si parla da anni di “casa intelligente” (smart home) riferendosi alla casa domotica. Un’ambiente nel quale tutte le funzioni sono controllate e ottimizzate per aumentare la qualità del comfort e dell’efficienza energetica. I risultati sono concreti e misurabili in termini di qualità dell’ambiente e di risparmio energetico, con conseguente risparmio economico per l’utilizzatore di queste tecnologie. Ad esempio, grazie alla termoregolazione è possibile gestire il riscaldamento in modo dinamico secondo le proprie esigenze oppure, con la gestione dell’illuminazione, è possibile dire addio alle luci accese inutilmente.
Sensori e attuatori per la casa domotica
In un impianto domotico abbiamo fondamentalmente due tipi di dispositivi: sensori e attuatori. I sensori sono dispositivi che servono per capire cosa sta succedendo: gli uomini hanno cinque sensi, la tecnologia può replicarli negli impianti di controllo. Un termostato “sente” la temperatura, un pulsante “sente” se qualcuno lo ha premuto, una telecamera “vede” chi c’è, un rilevatore ad infrarossi “controlla” se passa qualcuno, un sensore di acqua “sente” se ha piovuto oppure se c’è una pozzanghera in bagno o in cucina, un sensore gas “annusa” l’aria per controllare che non ci siano perdite. Gli attuatori invece servono per fare: il cervello dell’uomo comanda la voce o i muscoli. In un impianto gli attuatori fanno accendere una luce, aprire un cancello, accendere la caldaia, suonare una sirena, aprire una tapparella, attivare una telefonata o un sms.
Ovviamente poi ci sono delle parti in una casa domotica che non vediamo mai come ad esempio: il quadro di comando, il quadro di distribuzione e un buon numero di scatole di derivazione che sono murate nei tramezzi e chiuse da coperchi con viti. Tutti i componenti dell’impianto sono collegati fra di loro da un solo cavo, il cosiddetto BUS, al posto di una miriade di cavi che passano dentro le scatole. Quindi i comandi posso essere separati dagli attuatori, basta che siano connessi al BUS: il tecnico che installa l’impianto configura il tutto secondo il progetto e i nostri desideri, anche se ci ripensiamo all’ultimo momento.
Come predisporre un impianto domotico
Per predisporre un impianto elettrico alla installazione dei dispositivi domotici è necessario progettare la distribuzione che avranno gli impianti quando saranno realizzati. Le scelte dovranno essere il più possibile legate alle personali esigenze dell’utilizzatore, così si avranno tutti i vantaggi del sistema.
Una delle prime scelte da fare riguarda l’elenco degli ambiti applicativi, cioè è importante selezionare quali siano le più importanti funzionalità e applicazioni da implementare in funzione dell’utilizzo periodico delle risorse necessarie. Grazie alla supervisione dei sistemi domotici è possibile applicare la climatizzazione ad un’intera unità abitativa — abbassando la temperatura quando non serve (persone assenti o locali riscaldati dal sole) e magari alzandola negli altri periodi — il costo annuale del riscaldamento può essere ridotto fino al 30%, mantenendo o addirittura aumentando il livello di comfort percepito.
Come integrare la climatizzazione domotica nella smart home
Ora vediamo i vantaggi e le possibilità di inserire un climatizzatore nel sistema domotico. Non parleremo di integrazioni in ambienti al di fuori di quello residenziale e/o piccolo commerciale, perché questo interfacciamento avviene ormai da anni attraverso i sistemi BMS (Building Management System) che permettono l’inserimento degli impianti di climatizzazione all’interno del sistema di supervisione generale dell’edificio o di più edifici. Inserire un climatizzatore nell’impianto domotico è certamente possibile, ma spesso si tratta di un’implementazione solo parziale che non permette di acquisire dalla macchina alcun dato (come temperatura rilevata, impostata, anomalie ecc.) Questa situazione va imputata anche alle aziende produttrici dei sistemi, spesso gelose delle proprie tecnologie di controllo e dei protocolli proprietari. Il protocollo è il linguaggio attraverso il quale i sistemi di domotica supervisionano tutti i componenti connessi all’interno del proprio ambito di funzionamento e con le relative relazioni.
Ad esempio, per i condizionatori durante il funzionamento il sistema controlla la presenza di persone nella stanza climatizzata e anche la chiusura delle finestre. In caso di apertura di una finestra nel locale con il climatizzatore funzionante, oppure nel caso in cui il locale stesso rimanga vuoto per più di un tempo prestabilito, il sistema spegne il climatizzatore. Il vantaggio principale si percepisce già da subito ed è legato al risparmio energetico, utilizzo dell’energia al bisogno.
Sensori per l’impianto di climatizzazione domotica
Per fare questo occorrono tutti i sensori necessari ad evitare gli sprechi: i sensori di presenza, i contatti alle finestre, ovviamente il controllo della temperatura e la funzionalità notturna con progressiva riduzione del carico e conseguente adeguamento del climatizzatore in termini di erogazione di potenza, quindi di consumi e di mantenimento di un livello sonoro accettabile per le ore notturne.
Tutti i moderni sistemi di climatizzazione residenziale e commerciale, oltre ad ovviamente a quelli dedicati agli impieghi industriali, hanno la possibilità di interfacciarsi con i principali sistemi di supervisione esistenti e possono essere connessi ad una rete WiFi.
Queste nuove funzioni e predisposizioni permettono un’integrazione semplice e veloce all’insegna di un futuro sempre più composto da interconnessioni e fruizione on-demand dei servizi in base all’esigenze. La via tracciata porta a una standardizzazione dei controlli o comunque alla possibilità che qualsiasi apparecchio possa collegarsi ai più utilizzati protocolli di comunicazione. La tendenza è che i protocolli diventino sempre più accessibili dall’esterno per poter auspicare a una prima standardizzazione della comunicazione. La storia dell’ambiente intelligente ha una sua strada tracciata e che va in una direzione chiara e usufruibile a tutti gli utenti in un futuro prossimo.
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