Le associazioni del settore edile chiedono al Governo e al Parlamento di ripristinare lo sconto in fattura e la cessione del credito per ecobonus e bonus casa, in modo da evitare il blocco degli interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione edile. Inoltre, le associazioni chiedono che il Decreto del 16 febbraio 2023 non sia applicabile per gli ordini antecedenti la sua entrata in vigore.
La questione dell’ecobonus e del bonus casa è stata al centro della conferenza stampa tenutasi a Montecitorio, durante la quale rappresentanti di associazioni del settore edile e dell’efficienza energetica hanno espresso la loro preoccupazione per il futuro di questi incentivi fiscali. In particolare, la richiesta è ripristinare lo sconto in fattura e la cessione del credito per ecobonus (50%-65%) e bonus casa (50%).
Secondo gli esperti del settore, l’abolizione immediata di queste opzioni avrebbe un impatto negativo sul numero di interventi di riqualificazione energetica ed edilizia, con conseguenze dirette sulla tenuta occupazionale delle imprese coinvolte. Inoltre, molte aziende si vedrebbero bloccate nella loro attività a causa dell’applicabilità del Decreto 16 febbraio 2023, n. 11, che prevede nuove regole per l’accesso ai bonus edilizi.
Le richieste avanzate durante la conferenza stampa sono state accolte da numerose associazioni del settore, che hanno espresso la loro disponibilità a sedersi al tavolo governativo per il riesame degli incentivi fiscali, e relativi requisiti, per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio italiano.
Proprio il Senatore di maggioranza Andrea de Bertoldi (FdI), esperto del settore dell’edilizia e dell’efficienza energetica, riapre nuovi scenari sulla questione della cessione del credito rappresenta un’importante opportunità per le imprese del settore. “Io credo di poter prevedere con ragionevole razionalità –spiega il Senatore– che almeno alla data del 30 giugno si potrà avere una proroga per le unifamiliari. Quei lavori che sono rimasti bloccati da mesi per le ragioni bene note avranno ritengo almeno 3 mesi in più per essere completati”.
La situazione attuale sembra comunque essere caratterizzata da una forte incertezza, dovuta alle continue modifiche delle regole applicative dei bonus edilizi. Secondo De Bertoldi, è importante che il Governo e il Parlamento tengano conto delle esigenze delle imprese e dei cittadini, in modo da garantire la continuità degli investimenti in efficienza energetica e ristrutturazione edilizia.
“È la preoccupazione per il settore che rappresentiamo e per tutti quei cittadini che rischiano di vedere bruscamente interrotti i lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico degli edifici, che ci ha portato ad essere qui oggi per far sentire la loro voce all’interno del Parlamento, luogo deputato a decidere sul futuro dei bonus edilizi. Non possiamo far altro che sottolineare come l’improvviso ed ennesimo cambio in corsa delle regole di applicazione del Superbonus abbia finito per fagocitare anche i cosiddetti bonus minori, quali ecobonus e bonus casa, i cui impatti sulle casse dello Stato sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli del 110%.
Ripristinare lo sconto in fattura: il comunicato congiunto delle associazioni
“Ripristinare lo sconto in fattura e la cessione del credito per ecobonus (50% – 65%) e bonus casa (50%). Basti pensare che l’abolizione immediata delle due opzioni produrrà, per il solo 2023, un calo fra il 30% e il 40% degli interventi di riqualificazione energetica (Ecobonus) e di ristrutturazione edile (Bonus-casa) e conseguentemente della tenuta occupazionale delle imprese coinvolte costrette a fare i conti con consistenti cali di fatturato. Non si contano in queste settimane le disdette o le sospensioni degli ordini in essere […]. Si tratta, infatti, di commesse spesso su misura per le quali le aziende si sono già esposte verso fornitori o addirittura avevano già avviata o conclusa la produzione e che ora si vedono bloccate. Da parte nostra infine, tutta la disponibilità a sedersi al tavolo governativo per il riesame degli incentivi fiscali, e relativi requisiti, per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio italiano. Siamo certi che Governo e Parlamento non vorranno privarsi di ascoltare chi può offrire un contributo che si forma sul campo e che dovrebbe essere alla base di ogni intervento normativo”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Stefano Casandrini di Assotermica, Roberto Saccone di Assoclima, Marco Rossi di Anfit, Pietro Gimelli di Unicmi, Gabriele Meroni di Federlegnoarredo. al termine della conferenza stampa tenutasi oggi a Montecitorio.
Aderiscono: Anima Confindustria con le sue associazioni Aqua Italia, Assoclima e Assotermica, Finco, Assites, Anfit, FederelgnoArredo (Assotende ed EdilegnoArredo), Unicmi, Aires, Angaisa.
L’ecobonus e il bonus casa rappresentano due importanti incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica ed edilizia, che consentono di ottenere un risparmio significativo sui costi delle opere. Ripristinare lo sconto in fattura e la cessione del credito sembra fondamentale per tenere in piedi il sistema di finanziamento necessario per realizzare questi interventi, con conseguente vantaggio sia per le imprese che per i cittadini.
Tuttavia, l’abolizione dello sconto in fattura e della cessione del credito rappresenterebbe un duro colpo per le imprese del settore, che rischierebbero di vedere bruscamente interrotti i lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico degli edifici. Inoltre, l’applicabilità del Decreto 16 febbraio 2023, n. 11, potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo per la continuità degli investimenti
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