Un sistema ibrido interpreta le informazioni dell’ambiente esterno e interno alla casa e individua il generatore più conveniente da usare tra gas o elettricità (o entrambi). Questo meccanismo ottimizza i consumi, abbassa i costi della bolletta e riduce le emissioni nell’ambiente.
Il mercato italiano è stato recentemente protagonista di una grande accelerazione delle vendite di pompe di calore. Il comparto è stato trascinato dai vari ecoincentivi presenti: Bonus 50%, Ecobonus 65% e in particolare dal SuperBonus 110%. Soprattutto perché, tra i requisiti del Superbonus 110%, c’è quello di realizzare un intervento trainante che ne permetta l’acceso. L’intervento trainante è un intervento prioritario che una volta eseguito permette di contenere i consumi energetici degli edifici; tra essi troviamo l’isolamento dell’involucro dell’edificio (cappotto termico) e la sostituzione degli impianti di climatizzazione esistenti. All’intervento trainante si possono aggiungere altri interventi, sempre agevolati con la formula del Superbonus 110%, tra cui troviamo schermature solari, sostituzione di infissi e finestre, pannelli fotovoltaici e altri ancora.
Il sistema ibrido è un intervento trainante?
L’installazione di un sistema ibrido è un intervento trainante. E questo sia per l’impianto di riscaldamento di una casa indipendente sia per la sostituzione dell’impianto di riscaldamento centralizzato di condomìni. Per definizione, un sistema ibrido è un dispositivo o un impianto nel quale sono presenti più generatori di calore alimentati da differenti fonti di energia. Solitamente, una fonte a combustibile fossile e una fonte a energia elettrica. Generalmente, i generatori con le relative fonti di energia sono caldaia a condensazione, alimentata da gas metano o GPL, e pompa di calore aria acqua, alimentata elettricamente.
Cos’è un sistema ibrido factory made?
Un sistema ibrido factory made si può definire tale quando il singolo dispositivo ibrido e i componenti del sistema sono tutti progettati e realizzati da un’unica azienda, che ne può quindi garantire la perfetta compatibilità e funzionalità. Una caldaia ibrida è un sistema ad alta efficienza e per dichiararsi tale deve essere factory made, ossia progettata e prodotta da un unico costruttore. Non si tratta di un dettaglio, sono infatti ammessi per l’Ecobonus – detrazione del 50 o del 65% per spese connesse all’efficienza energetica, ma ne parleremo meglio nei prossimi capitoli – solo sistemi in cui la pompa di calore e la caldaia sono per l’appunto factory made. Mettiamo caso si abbia già una caldaia a condensazione in casa e che si decida di aggiungere una pompa di calore a supporto. Secondo la Legge, questo sistema non è un impianto ibrido factory made, perché non è stato pensato a monte da un produttore per far sì che entrambi lavorino in sinergia per sfruttare i pro e minimizzare i contro. Un impianto ibrido di riscaldamento è invece un sistema studiato, progettato e assemblato in fabbrica da un singolo costruttore per far lavorare in combinazione pompa e caldaia.
Requisiti tecnici dei sistemi ibridi
Oltre a quanto detto a inizio capitolo e al concetto di factory made, una buona caldaia ibrida deve inoltre rispettare specifici requisiti tecnici. Il primo è che il rapporto tra la potenza termica utile nominale della pompa di calore e la potenza termica utile nominale della caldaia sia inferiore uguale a 0,5. Tradotto in parole più semplici, la potenza della pompa di calore deve essere come minimo la metà di quella della caldaia. Altri requisiti tecnici minimi dei sistemi ibridi riguardano i coefficienti di prestazione e il rapporto di efficienza energetica della pompa di calore, che si possono trovare dichiarati sul libretto tecnico dell’impianto sotto le sigle COP e EER. Più questi valori sono elevati, più l’impianto sarà efficiente. Un sistema ibrido interpreta le informazioni dell’ambiente esterno e interno alla casa e individua il generatore più conveniente da usare tra gas o elettricità (o entrambi). Questo meccanismo ottimizza i consumi, abbassa i costi in bolletta e riduce le emissioni nell’ambiente. Le diverse tipologie di impianti ibridi permettono di rispondere alle specifiche esigenze di numerosi ambienti differenti. Inoltre, un sistema ibrido con generatori separati, gestisce il funzionamento della pompa di calore e della caldaia a condensazione in base alle reali esigenze dell’utente. Non dimentichiamo infine che le pompe di calore nascono come refrigeratori di acqua ad inversione di ciclo, di conseguenza, a livello impiantistico, possono essere utilizzate anche per il raffrescamento estivo, andando a servire una rete di terminali idronici. La presenza di due generatori assicura sempre il massimo livello di comfort evitando ad esempio repentini cambiamenti di temperatura.
Perché scegliere un sistema ibrido?
Ricapitoliamo ed elenchiamo i vantaggi dei sistemi ibridi rispetto a quelli tradizionali e rispetto all’installazione della sola pompa di calore. Innanzitutto, il basso impatto ambientale grazie al massimo sfruttamento delle fonti rinnovabili. Diminuzione dei costi legati alla riqualificazione dell’immobile, in quanto, non dobbiamo cambiare i terminali esistenti (radiatori) per sostituirli con sistemi a bassa temperatura (riscaldamento a pavimento). Possibilità di facile integrazione con sistemi a pannelli solari per la produzione acqua calda sanitaria e con il loro relativo accumulo. Grazie all’elevato rendimento questa soluzione permette di raggiungere le più alte classi energetiche del vostro immobile. Massimo comfort in qualsiasi condizione climatica; nel momento in cui l’apporto da fonte rinnovabile non è sufficiente, il sistema fa intervenire la caldaia a condensazione senza che vi siano delle interruzioni di sistema. Gestione del sistema in base alle varie fonti di energia nel modo più efficiente e ottimale scegliendo tra le diverse fonti disponibili: sole, aria, gas. Basso impatto estetico e poca rumorosità. Infine, ma non ultimo il risparmio dei costi legati direttamente ai consumi, quindi le bollette del gas alleggerite, l’apporto di energie rinnovabili sulle quali sono concentrati gli incentivi fiscali del 65% sul totale della spesa sostenuta.
Questa combinazione permette un risparmio tale da poter ammortizzare il sistema nel giro di 5-6 anni, dando un contributo all’efficienza energetica che, non dimentichiamo, significa anche dare una mano all’ambiente in termini di riduzione di emissioni. Il futuro immediato del nostro mercato è ancora ad appannaggio di questi sistemi, soprattutto per i vantaggi elencati. Se alziamo lo sguardo su un arco temporale maggiore, sicuramente le pompe di calore si evolveranno per riuscire a coprire l’intero fabbisogno energetico con le differenti temperature. Questo succederà per certo perché l’obiettivo mai nascosto a livello di Comunità Europea è quello di riscaldare e raffrescare le abitazioni solo con generatori che utilizzino fonti rinnovabili. Tanti produttori si stanno già muovendo in questa direzione specialmente con l’utilizzo di nuovi gas refrigeranti molto più efficienti e con impatto ambientale bassissimo.
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere