Le più innovative caldaie a gas e i nuovi sistemi integrati e ibridi per il riscaldamento domestico possono contribuire in percentuale sensibilmente più rilevante, rispetto a combustibili come il legno e il pellet, a ridurre i livelli di inquinanti emessi nell’aria. È questo il risultato di uno studio comparativo sui livelli di inquinamento prodotti da metano, Gpl (gas di petrolio liquefatto), legna, pellet e gasolio condotto da InnovHub SSI, la Stazione Sperimentale per i Combustibili di Milano che sono stati presentati a Roma nel corso di un meeting voluto da Anigas e Assogasliquidi, che ha visto la partecipazione di Alberto Montanini Direttore Normative e Rapporti Associativi Immergas e Presidente Assotermica: «Siamo di fronte a nuove sfide – commenta Alberto Montanini – gli obiettivi fissati dall’Unione Europea in tema di sostenibilità ambientale per tentare di arrivare alla riduzione del 50% delle emissioni inquinanti entro il 2030, impongono riflessioni attente e analisi comparative dettagliate. Quello presentato a Roma è certamente un riferimento importantissimo per cercare di raggiungere l’obiettivo, ovvero ridurre gli inquinanti nell’atmosfera sotto i livelli del 2005 entro il 2030».
«I dati comparati confermano quello che Immergas verifica sul campo da molti anni – aggiunge Alberto Montanini – le piccole caldaie alimentate a combustibili gassosi presentano emissioni di Monossido di Carbonio (CO) da 3 a 6 volte inferiori al pellet e 100 volte inferiori alla legna». Inoltre gli apparecchi a gas naturale e Gpl registrano valori pressoché nulli di emissioni di Particolato rispetto al pellet e lo stesso dicasi per le emissioni di Benzo(a)pirene. Performances che le caldaie a gasolio non possono raggiungere visto che per l’anidride solforosa (SO2), che deriva soprattutto dal riscaldamento delle abitazioni, è prevista dalle direttive europee la riduzione più consistente entro il 2030: -59% (-35% per l’Italia).
Lo studio presentato da Anigas e Assogasliquidi vede, in termini assoluti, il gas naturale e il Gpl registrare un fattore di emissione di Particolato inferiore ai 0,04 g/GJ (grammi per gigajoule), il gasolio di 0,1 g/GJ, la legna di 254 g/GJ, il pellet di qualità A1 impiegato su stufa di alta gamma 23,9 g/GJ, lo stesso pellet in stufa a bassa gamma 44,1 g/GJ, il pellet di qualità A2 in stufa ad alta gamma 83,8 g/GJ e in stufa a bassa gamma 82,9 g/GJ. In pratica, a parità di potenza un apparecchio a pellet di qualità A2 emette particolato aerodisperso (PM) come 2.095 caldaie a gas e un apparecchio a legna come 6.350 caldaie a gas.
Nel caso degli Ossidi di azoto (NOx) i valori relativi al pellet sono circa 3 volte quelli rilevati per i combustibili gassosi e per il gasolio da riscaldamento.
I valori degli Ossidi di zolfo (SOx) ricavati per i combustibili gassosi risultano da 3 a 40 volte inferiori rispetto al pellet e da 10 a 30 volte inferiori rispetto alla legna.
«È davvero tempo di far capire a tutti i livelli: amministratori pubblici, installatori e utenti finali – conclude Ettore Bergamaschi, Direttore Marketing Operativo e Comunicazione Immergas – che serve una maggiore informazione basata su dati scientifici per orientare le decisioni nei prossimi mesi. Il tempo utile per cambiare strada è quasi finito. Secondo ENEA l'attuale sistema di politiche e misure in Italia non permette infatti di raggiungere gli obiettivi climatici nazionali al 2030. Per centrarli occorre agire in tre direzioni: riqualificare il patrimonio edilizio, intervenire sulla mobilità, e introdurre strumenti normativi e finanziari per promuovere le energie rinnovabili e l'efficienza energetica e Immergas farà la sua parte per diffondere questa cultura orientata alla sostenibilità».
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere