Posizioni chiare su phase down HFC e sul rispetto degli accordi di Parigi sul clima. In sala i presidenti delle maggiori associazioni industriali del freddo mondiali e rappresentanti delle Nazioni Unite.
“Abbiamo discusso appassionatamente, riunendo tutte le maggiori organizzazioni mondiali del settore. Hanno partecipato al 17° Convegno Europeo 250 esperti, rappresentanti di 30 nazioni da 4 continenti, uniti dalla volontà di garantire negli anni a venire una spinta innovatrice in ambito tecnologico, che consenta al settore Hvacr di creare posti di lavoro, di produrre e costruire rispettando l’ambiente, permettendo al consumatore finale di non rinunciare agli straordinari benefici della refrigerazione e del condizionamento”.
Con queste parole il CEO Centro Studi Galileo e VicePresidente Area Marco Buoni ha concluso i lavori del 17° Convegno Europeo presso il Politecnico di Milano.
Fanno eco all’intervento di Buoni le parole di Jim Curlin, rappresentante dell’Agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite, che ha definito il Protocollo di Montreal un “esempio virtuoso di collaborazione a livello planetario che ha portato all’approvazione dello storico emendamento di Kigali, il quale sancisce la definitiva abolizione delle sostanze clima riscaldanti”.
Un passo importante per l’industria del freddo che va accompagnato da una formazione costante; i nuovi gas naturali sono infatti leggermente infiammabili e se maneggiati senza cura possono rivelarsi letali per tecnici e utilizzatori finali.
Rilevante l’intervento di Arno Kashl, Commissione Europea, che ha fornito alcune rassicurazioni all’uditorio. In primis che il phase down in Europa sta funzionando e che la Commissione europea si aspettava un maggiore aumento di prezzo, mentre le aziende di refrigeranti comunicano che il prezzo è aumentato del 20% al mese e ci si aspetta per l'R404 il 100% di maggiorazione in luglio. Infine uno sguardo oltreoceano, dove, le associazioni di settore Ashrae e Ahri, dichiarano congiuntamente: “Gli americani confermano il loro impegno a partecipare al cambiamento nonostante le posizioni di Trump sull’accordo di Parigi sul clima”.
Secondo Stephen Yurek, presidente Ahri, principale associazione dei costruttori americana, “I protocolli sui cambiamenti climatici e di Montreal sono separati, per cui le dichiarazioni del Presidente sull’accordo di Parigi non valgono per quanto già svolto e avviato per ottemperare all’eliminazione dei gas HFC negli impianti di refrigerazione e condizionamento. Le aziende del freddo vanno avanti”.
Nel corso del convegno si è, quindi, assistito ad un dibattito di altissimo livello scientifico non privo di sorprese e di discussioni “accese” circa i nuovi gas refrigeranti (con posizioni di lunga mediazione tra produttori e istituzioni) e relativamente alle politiche sul clima, dopo l’annuncio di Donald Trump di voler disattendere l’accordo sul clima di Parigi, operazione controversa che la stampa internazionale ha immediatamente ribattezzato come Clexit.
Argomento centrale, quindi, le regolamentazioni in ambito F-Gas e le opportunità legate ai nuovi gas refrigeranti ecofriendly che sostituiranno gradualmente i gas tradizionali clima riscaldanti.
La proposta fa seguito proprio all’accordo raggiunto lo scorso ottobre a Kigali, in Ruanda, dove le 197 Parti del Protocollo di Montreal hanno concordato di limitare gradualmente la produzione e l’uso di HFC, potentissimi gas ad effetto serra.
L’Unione Europea, insieme ad Australia e Giappone, forti sostenitori di queste politiche ambientali hanno già iniziato questa fase.
C’è incertezza sugli Stati Uniti che, prima delle dichiarazioni pro Clexit di Trump, avrebbero dovuto iniziare a limitare l’uso di HFC con un taglio netto del 10% dal 2019.
La Cina, le Nazioni dell’America Latina e le isole della Micronesia ne bloccheranno l’uso dal 2024.
Altri Paesi in via di sviluppo, in particolare l’India, il Pakistan, l’Iran, l’Iraq e gli Stati del Golfo non ne congeleranno l’uso fino al 2028 e la Cina, il più grande produttore al mondo di HFC, darà il via all’applicazione della riforma nel 2029 (quando ne ridurrà l’uso del 10%).
Perché l’emendamento sia effettivo occorre la ratifica di almeno 20 Parti quindi la ratifica da parte dei soli Paesi europei lo farebbe entrare in vigore.
Il surriscaldamento globale è un problema che coinvolge tutti gli abitanti della terra e gli sforzi europei non sono sufficienti ad evitare che diventi irreversibile.
SESSIONI
La prima sessione del Convegno è stata dedicata ai refrigeranti naturali maggiormente richiesti: idrocarburi, ammoniaca, CO2 e, in alternativa, gli HFO, nuovissimi refrigeranti sintetici che andranno a sostituire quelli attuali quasi senza modifiche sugli impianti, pur presentando una leggera infiammabilità.
Nella seconda sessione particolare rilievo è stato dato ai nuovi componenti e impianti in relazione ai nuovi fluidi, alle problematiche energetiche e ambientali e ai risultati nel campo dell’impiantistica.
La terza sessione ha introdotto le certificazioni su standard europeo per tutte le nazioni mondiali, unico metodo per controllare le sostanze attualmente presenti negli impianti e ridurre l’emissione nelle nuove installazioni.
La quarta sessione è stata incentrata sulle nuove tecnologie di controllo, sulla catena del freddo per l’immagazzinamento, trasporto e conservazione degli alimenti.
Infine, la quinta sessione, tenuta in cooperazione con l’Università di Genova, ha trattato di raffreddamento con energie rinnovabili, pompe di calore, refrigerazione solare, raffreddamento con impianti ad assorbimento, raffreddamento evaporativo, teleriscaldamento e refrigerazione magnetica.
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