La Rai risponde all’Anev sul caso della serie Imma Tataranni, fiction poliziesca in cui in una puntata gli impianti eolici sono stati messi in pessima luce da una narrazione ritenuta discriminatoria. Secondo il direttore Rai Fiction “il prodotto appartiene al genere delle opere di pura fantasia”.
Anev ringrazia il direttore di Rai Fiction e la Rai tutta, che risponde alla lettera di richiesta di chiarimenti in modo esauriente e chiarendo il perché della alterazione del rumore e dei fatti relativi all’eolico nella fiction Imma Tataranni. A seguito della lettera di richiesta di chiarimenti inviata dall’Anev alla Rai, l’associazione ha ricevuto una cortese e circostanziata risposta a firma del direttore di Rai Fiction Maria Pia Ammirati.
Nella lettera di risposta alle rimostranze per aver mistificato i fatti aumentando il rumore delle pale eoliche, per aver detto che le stesse fossero state installate a distanze non consentite dalla legge e che facevano strage di avifauna, viene spiegato il perchè di tali fatti. Il motivo di questa scelta starebbe infatti nella natura della fiction ‘Imma Tataranni Sostituto procuratore’, poiché “il prodotto […] appartiene al genere delle opere di pura fantasia” e che quindi per questioni puramente “artistiche” questo modello “prescinde dal requisito della verità”.
Nello specifico la richiesta dell’Anev di chiarimento derivava dalla constatazione che un tema così importante dovesse essere trattato in modo maggiormente attento, al fine di poter contribuire ad una corretta informazione sul tema delle energie rinnovabili che, alla luce dell’attuale crisi energetica mondiale, dovrebbe essere affrontato non diciamo con favore ma certamente non in modo ostile e contrario.
Anev ha preso atto della risposta nella quale si dichiara che “il prodotto in questione appartiene al genere delle opere di pura fantasia, caratterizzate da esigenze puramente artistiche; la narrazione degli eventi, pertanto […] prescinde dal requisito della verità” e che “dialoghi e contesti sono, infatti, frutto della libertà artistica degli autori” e che “in un siffatto contesto, per lo più immaginario, lo spettatore è consapevole di assistere ad una artificiosa ricostruzione” e ancora lo spettatore “non sarà certamente portato a ritenere che sia stato scrupolosamente rispettato un criterio di verità”.
Si continua a non comprendere la ragione di una scelta così anacronistica e mistificatoria della realtà, per ottenere un effetto di discreditamento di una fonte pulita e al contempo fortement eregolamentata come quella derivante dall’eolico. Sarebbe stato sufficiente ricondurre l’intero copione alla realtà dei fatti per ottenere lo stesso risultato senza screditare, con false argomentazioni, un settore industriale produttivo utile e fondamentale come quello eolico e delle rinnovabili in generale, su cui evidentemente vigono ancora preconcetti e dicerie.
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