Identificare e prevenire la possibile manipolazione dei test di conformità dei prodotti legati all’impatto ambientale, falsandone i risultati, è l’obiettivo del progetto europeo Anticss (Anti-Circumvention of Standards for better market Surveillance), che ha coinvolto ricercatori di 19 istituzioni di otto Paesi UE (Austria, Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna). Per l’Italia hanno partecipato ENEA, Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Istituto Italiano del Marchio di Qualità (IMQ) come laboratorio di prova e misura.
I ricercatori indicano due strade per porre un freno all’elusione della normativa sull’etichettatura energetica e l’ecodesign: in primo luogo occorrerebbe ampliare in sede UE la definizione di elusione che attualmente identifica solo i software nascosti impiegati per ottenere valutazioni più favorevoli manipolando i risultati dei test di laboratorio sull’impatto ambientale; in secondo luogo, bisognerebbe fornire alle Autorità nazionali di vigilanza del mercato una base giuridica per utilizzare metodi di misura modificati in grado di rilevare un’eventuale elusione.
Il gruppo di ricerca di Anticss ha utilizzato questi metodi di misura dell’impatto ambientale per analizzare 18 casi sospetti di otto diversi gruppi di prodotti. Quattro laboratori in Germania, Italia, Olanda e Spagna hanno sottoposto a prova 24 modelli selezionati: sei di loro hanno mostrato un comportamento elusivo o al limite dell’elusione. Se questi comportamenti fossero praticati in maniera diffusa, la prevista diminuzione annuale delle emissioni di CO2 dovuta alla migliore efficienza degli apparecchi coinvolti potrebbe ridursi di circa 200 mila tonnellate.
“L’Unione Europea dovrebbe porre fine alla possibilità di eludere la legislazione e le norme il più rapidamente possibile” ha dichiarato la responsabile del progetto Kathrin Graulich dell’Oeko-Institut. “Non si tratta solo della possibile perdita del potenziale risparmio energetico. Ingenerare mancanza di fiducia dei consumatori e degli stessi produttori in due strumenti legislativi, ecodesign ed etichettatura energetica, la cui efficacia è invece acclarata e consolidata, produrrebbe un danno incalcolabile” spiega la ricercatrice ENEA Milena Presutto.
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