Recentemente è stata pubblicata la nuova proposta di revisione al Regolamento UE 517 2014, ovvero il Regolamento Europeo F-Gas (gas fluorurati) che contribuirà in modo determinante all’evoluzione del settore nei prossimi anni.
La nuova proposta di revisione al Regolamento Europeo F-Gas sui gas fluorurati è ora ufficialmente disponibile, insieme anche alla nuova proposta di regolamentazione sulle sostanze ozonolesive. Il taglio netto alle quote previsto dalla revisione è indice di quanto l’argomento sia ritenuto pressante a Bruxelles, ma le nuove limitazioni rischiano di essere limitanti a lungo termine, penalizzando anche l’installazione delle nuove pompe di calore. Non c’è garanzia che i tecnici siano già pronti a una transizione verso i refrigeranti infiammabili, sui quali la formazione è ancora molto indietro, fattore che oltre a compromettere l’implementazione delle nuove tecnologie esporrà gli installatori a rischi elevati per la propria sicurezza: la discussione sembra quindi ancora ben lungi dall’essere conclusa, e la speranza di molti tra i principali attori del settore è quella che vengano ancora effettuate modifiche al testo in corso d’opera, coinvolgendo la catena del valore in una discussione positiva che ne valorizzi l’esperienza e garantisca l’implementazione di logiche più lungimiranti.
La posizione di Area, Ehpa, Epee
Sull’argomento si sono espresse associazioni di settore manifestando perplessità sulla proposta di revisione. In un comunicato congiunto si legge: “I rappresentanti dell’intera catena del valore europea per quanto concerne i settori della refrigerazione, del condizionamento dell’aria e delle pompe di calore sono preoccupati dalla proposta della Commissione Europea relativa al nuovo Regolamento Europeo F-Gas.
“La proposta contiene nuovi preoccupanti divieti su alcune attrezzature critiche per la buona riuscita del processo di decarbonizzazione dell’Europa e una proposta di riduzione graduale insostenibile. Questi, a fronte della scarsità di alternative e di installatori qualificati, “rallenteranno” in modo massiccio l’installazione di pompe di calore e delle altre soluzioni di riscaldamento e raffreddamento necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici dell’UE per il 2030, nonché gli obiettivi geopolitici espressi nella recente comunicazione #REPowerEU della Commissione Europea.
“Esortiamo i legislatori – continua il comunicato – a proteggere gli obiettivi dell’UE garantendo che la regolamentazione sui gas fluorurati sia compatibile con la disponibilità di apparecchiature, alternative refrigeranti a basso GWP e ingegneri qualificati per installarle”.
Thomas Nowak, segretario generale della European Heat Pump Association (EHPA) ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di un acceleratore a pompa di calore per soddisfare gli ambiziosi obiettivi fissati dalla #REpowerEU Communication. La proposta di revisione sta sicuramente rendendo impossibile questo compito, vietando di fatto una vasta serie di tecnologie rinnovabili chiave all’interno del mercato europeo e sta inviando un pessimo segnale al settore e non solo. Tutte le tecnologie delle pompe di calore devono essere utilizzate in modo massiccio e ciò deve essere chiaramente sostenuto da tutte le istituzioni dell’Unione Europea. Inoltre, le pompe di calore aria-aria sono necessarie per decarbonizzare il riscaldamento”.
“L’attuale quota del Regolamento Europeo F-Gas riduce già l’uso di HFC dell’88% entro il 2030. La nostra modellazione mostra che questo sarà appena sufficiente per installare i 50 milioni di nuove pompe di calore di cui abbiamo bisogno entro tale data”, ha dichiarato Folker Franz, direttore generale di EPEE, in rappresentanza dell’industria della refrigerazione, del condizionamento dell’aria e delle pompe di calore in Europa. “L’Unione Europea danneggerebbe la sua stessa causa, tagliando ulteriormente la quota: le emissioni di gas serra dei gas fluorurati sono molto piccole rispetto alle emissioni che possono essere risparmiate sostituendo il riscaldamento a combustibili fossili con apparecchiature a pompa di calore”.
Marco Buoni, presidente dell’Associazione Europea dei Tecnici della refrigerazione, della climatizzazione e delle pompe di calore, AREA, ha quindi concluso: “È un peccato che l’effetto delle nuove disposizioni sulla formazione degli installatori sarà vanificato da questa nuova serie di divieti. Con centinaia di migliaia di tecnici che devono essere qualificati per gestire in sicurezza i nuovi refrigeranti altamente infiammabili, l’attuale base di installatori non riuscirà a effettuare la conversione in tempo poiché permane una carenza di strutture di formazione, nonché di formatori, in tutta l’Unione Europea”.
Revisione del Regolamento UE 517 2014
Per avere sul campo processi virtuosi che coinvolgano concretamente installazione, gestione, manutenzione e smaltimento serviranno investimenti in formazione e una sensibilità dei legislatori ad incentivare non solo la domanda (vedi Superbonus), ma anche un’offerta di qualità in grado di accompagnare consapevolmente la spinta alla transizione ecologica. La Commissione Europea ha messo sul tavolo una revisione del Regolamento UE 517 2014, il famoso Regolamento di utilizzo e manipolazione dei gas fluorurati. Un protocollo che dovrebbe mettere in pista disposizioni ulteriormente stringenti mirate alla riduzione dell’uso di gas refrigeranti e del loro impatto sul clima. Ma rimangono sul tavolo questioni importanti, che il nuovo testo non affronta o non risolve.
Partiamo dalle finalità: la revisione si propone obiettivi e produce un’analisi imperniata su alcuni punti precisi che diventano la base di partenza del futuro dell’uso dei refrigeranti. I temi evidenziati sono riassumibili nei seguenti argomenti:
– Il rispetto dell’Emendamento di Kigali nell’ambito del Protocollo di Montreal, con limitazioni a produzione e consumo di HFC e altri gas fluorurati anche oltre il 2030,
– gli obblighi per la riduzione delle emissioni di fluorurati estesi e un crescente impegno per la prevenzione, importanti disposizioni e indicazioni sulla formazione e certificazione degli operatori che svolgono attività con i gas fluorurati;
– il divieto di immissione in commercio di apparecchiature con gas fluorurati ove siano disponibili alternative;
– un sistema delle quote assegnate a produttori o importatori rinnovato con un parallelo maggiore controllo degli scambi illegali.
Il secondo di questi argomenti è di massimo interesse per gli addetti ai lavori, essendo una questione sul tavolo da molto tempo la connessione fra qualità della transizione e competenza ad essa dedicata. Il testo del nuovo Regolamento UE 517 2014 / Regolamento Europeo F-Gas si dà questo obiettivo, ma per avere una concreta azione da parte degli Stati Membri dell’UE con dislocazione di risorse, definizione di programmi di incentivazione, mantenimento o miglioramento di standard di know how, non basta un “invito” del testo che uscirà dal Parlamento Europe. Per avere sul campo processi virtuosi che coinvolgano concretamente installazione, gestione, manutenzione e smaltimento serviranno investimenti in formazione e una sensibilità dei legislatori ad incentivare non solo la domanda (vedi Superbonus), ma anche un’offerta di qualità in grado di accompagnare consapevolmente la spinta alla transizione ecologica.
Dal testo attualmente in circolazione evidenziamo una serie di punti che sono sicuramente di rilievo:
– La riduzione del 90% in 24 anni della quantità di gas fluorurati immessi sul mercato (da 41.7MtCO2eq del 2024 a 4.2MtCO2eq).
– L’obbligo di controlli periodici anche per impianti serviti da gas sintetici a basso GWP (ad esempio HFO) in base ai kg di refrigerante inserito in impianto e non in base alle TCO2eq.
– L’estensione del divieto di immissione in commercio di alcune apparecchiature di refrigerazione e condizionamento aria che contengono refrigeranti con GWP superiore a 150 e 750 a partire dal 2024.
– L’estensione del divieto di utilizzo per manutenzione e assistenza di gas fluorurati con GWP pari o superiore a 2020 anche ad apparecchiature con contenuto inferiore a 40TCO2eq.
– L’adattamento dei programmi di certificazione e formazione sulle abilità pratiche e sulle conoscenze teoriche per alternative pertinenti ai gas fluorurati a effetto serra e aspetti di efficienza energetica per le persone fisiche che svolgono compiti inerenti apparecchiature contenenti F-Gas.
– L’obbligo, a partire dal 1° gennaio 2024, per proprietari di edifici e gli appaltatori, di garantire che durante le attività di ristrutturazione, ristrutturazione o demolizione che implicano la rimozione di pannelli metallici contenenti schiume con gas fluorurati a effetto serra le emissioni siano evitate per quanto possibile mediante recupero per il riutilizzo o distruzione delle schiume e dei gas in esse contenuti. Il recupero è effettuato da persone fisiche adeguatamente qualificate.
– L’Istituzione di un “Portale F-Gas” per la gestione generale delle quote e delle imprese interconnesso con lo sportello unico dell’Unione europea per l’ambiente doganale, al fine di monitorare eventuali scambi illegali, indicando ai vari Stati di introdurre la gestione elettronica dei dati dei registri.
Il testo del Regolamento UE 517 propone di accompagnare la decarbonizzazione richiesta a gran voce da esperti e opinione pubblica con una gradualità che però è oggetto di un’accelerazione abbastanza forte, nonostante si rimanga nell’ordine di idee di considerare il 2050 come deadline. Altrettanto significativa è la diffusione del metodo “portale F-Gas” vista la sua capacità di incrementare l’attività di monitoraggio e di contrastare il commercio illegale, un metodo che l’Italia ha già impostato con la “Banca Dati F-Gas” ma sappiamo benissimo tutti che la stessa Banca Dati nazionale non è esente da difficoltà operative che è importante rilevare e sottoporre all’attenzione di chi la gestisce. I controlli periodici in base alle TCO2eq continueranno ad essere effettuati, in assoluta armonia con la logica di prevenzione delle emissioni per le apparecchiature più pericolose, ma i controlli periodici dei gas dell’Allegato II (ad esempio HFO) sono stabiliti in base ai kg di gas presenti in impianto con valori diversi (1 kg, 10 kg, 100 kg) da quelli stabiliti dall’allegato D della EN378-4 o da regolamenti come il CE 1005/2009 o UE 842/2006 (3 kg, 30 kg, 300 kg).
Formazione e certificazione F-Gas
Ben vengano programmi di formazione e certificazione estesi alle alternative ai gas fluorurati, una richiesta o un invito che è sicuramente necessario, perché il tema è delicato, ma per questi programmi non bastano linee guida o inviti, servono risorse economiche o forme di incentivazione che facciano emergere una parte sommersa del settore che sta operando in maniera non documentata e basandosi su fattori di esperienza che non sono esaustivi per affrontare problemi nuovi come l’infiammabilità. Alcune pecche del passato restano sul tavolo, perché il Regolamento UE 517 2014 deve essere chiaro e autoesplicativo, non interpretabile o ambiguo e in questo senso mancano ancora definizioni chiare e lineari, come per esempio una distinzione che elimini la confusione fra attività di manutenzione e attività di riparazione.
Quando si arriva a parlare di smantellamento si osserva come manchi ancora chiarezza sull’approccio operativo in particolare per le apparecchiature tipo chiller: smaltire queste macchine non determina operazioni sul circuito frigorifero e lo smaltimento potrebbe essere effettuato anche da soggetti non certificati che però non possono dichiarare di aver effettuato lo smaltimento in banca dati. Anche il rinnovo della certificazione individuale rimane un punto irrisolto: se è vero che ci sono soggetti che hanno bisogno di dimostrare una conoscenza non così operativa del tema, perché sono titolari di azienda che come tali non escono sul campo, è anche vero che rinnovare una certificazione e l’abilitazione in ragione di un solo rapporto di intervento all’anno è probabilmente una misura che agevola chi possiede competenze ridotte, perché il mantenimento di competenza necessità di un’applicazione frequente e sostanziosa delle procedure sul campo.
Controllo delle emissioni di gas fluorurati
L’inserimento dei limiti di controllo a 1 -10 e 100 kg di carica per impianti contenenti HFO impone valori più stringenti rispetto a quanto previsto dalla norma principe del lavoro del frigorista, la EN378-4: ma nemmeno si capisce perché in caso di utilizzo di gas refrigerante sintetico a bassissimo GWP si è obbligati a controllare le emissioni dirette, mentre se si ha un gas naturale se ne è esentati, un controsenso che sembra imporre l’uso dei refrigeranti non fluorurati anche là dove il campo applicativo non ne determina l’appropriatezza.
In questa proposta di revisione del Regolamento F-Gas (un documento voluto per la salvaguardia dell’ambiente) sembra mancare la gestione dell’impiantistica dalla produzione al fine vita (e anche della gestione dei rifiuti) e soprattutto un approfondimento dedicato alle emissioni indirette degli impianti. Continuare a colpevolizzare gli F-Gas in ragione del loro GWP è corretto, ma a condizione che si inserisca nel calcolo dell’impatto ambientale anche il complesso mondo delle emissioni indirette, da quelle determinate dai consumi energetici (in un’epoca in cui la produzione energetica è ancora impattante in quanto gli idrocarburi sono ancora largamente utilizzati) a quelle che riguardano la produzione e lo smaltimento di circuiti frigoriferi e macchine più complessi in ragione della maggiore complessità di gestione dei gas refrigeranti utilizzati.
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere