Il numero delle attuali Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) è destinato a crescere: il dato è emerso da una ricerca eseguita e presentata di recente durante il convegno “Le comunità energetiche rinnovabili e le opportunità di sviluppo dell’energia condivisa”, promosso da ANIE Rinnovabili in collaborazione con EY Studio Legale Tributario.
L’evento si è tenuto a Milano alla presenza di Maria Antonietta Portaluri, Direttore generale ANIE Federazione e di Michelangelo Lafronza, Segretario ANIE Rinnovabili insieme a Mattia Riccardo Petrillo, Partner e Head of Energy & Efficiency Law Department dello Studio Legale Tributario di EY, coordinatore dell’evento.
La survey evidenzia come il 65% del campione intervistato si aspetti che il numero di CER in Italia superi le 500 unità nel prossimo triennio e il 35% ritiene che se ne possano costituire più di 1.000. Una previsione che, se confermata, segnerebbe una crescita record di questa nuova configurazione: secondo l’ultima mappatura realizzata da Legambiente a maggio di quest’anno, infatti, in Italia esistono 100 CER. Di queste solo 35 sono operative, 41 sono in fase di progettazione e 24 stanno attivando le prime procedure verso la costituzione. Secondo lo studio, a trainare la diffusione delle comunità energetiche c’è la volontà di mettersi al riparo dal caro energia (40%). Una percentuale significativa (31%) indica anche ragioni legate all’ecosostenibilità.
C’è quindi un forte entusiasmo per questa nuova fattispecie giuridica che, di fatto, garantisce a cittadini, pubblica amministrazione, piccole e medie imprese e terzo settore di accedere a vantaggi economici e parafiscali oltre che ambientali e sociali attraverso la produzione, condivisione e consumo di energia prodotta da impianti a fonte rinnovabile. Gli addetti ai lavori hanno acquisito le competenze in materia, come dichiarano nove intervistati su dieci, anche se il 35% del campione ammette di non conoscerne in modo chiaro le applicazioni, segno evidente sono in una fase di analisi dei business model.
“ANIE Federazione – ha dichiarato Maria Antonietta Portaluri –, ha iniziato a diffondere la cultura delle comunità energetiche tra i propri associati e in dialogo con la Pubblica amministrazione, sin dal 2020, quando la norma era ancora solo sperimentale. L’ultimo passo importante è stato compiuto assieme all’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, con cui è stato firmato a fine settembre un protocollo per la condivisione di informazioni tecniche e normative sulle CER, così come su tutti gli interventi di riqualificazione degli edifici, privati e pubblici, che ne migliorino l’efficienza energetica”.
“I risultati della survey – ha commentato Michelangelo Lafronza – ci dicono che gli operatori di settore sono pronti a partire. Il loro sentiment è ampiamente positivo, con un 35% che prevede la costituzione di oltre mille comunità energetiche nei prossimi tre anni. Tra la molteplicità dei business model adottabili gli addetti ai lavori ne individuano due: energy performance contracting e gestione operativa di servizio integrato.
“Le comunità energetiche potranno giocare un ruolo fondamentale nel processo di transizione energetica e di passaggio a una generazione a fonte rinnovabile e diffusa, oltre a una maggior capacitazione ed efficienza comportamentale dell’utente. Vi sono certamente delle complessità, dal punto di vista tecnico e giuridico, della regolazione e delle relative strutture e modelli di business che meritano certamente un continuo confronto tra operatori del settore” ha commentato Mattia Riccardo Petrillo.
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