Gli Usa sono la seconda destinazione a livello globale per l’industria italiana della meccanica. Dal 2010 si è assistito a un incremento senza precedenti. La curva ascendente delle esportazioni dell’Italia verso l’America ha accennato a una leggera discesa nel 2016. Nel primo semestre sono stati persi 98 milioni di euro (-7,5%).
Rispetto al totale dell’export, che nel 2016 ha toccato quota 1,2 miliardi di euro, la porzione commerciale più rilevante è occupata dalle turbine a gas, per un totale di 361 milioni di euro, in aumento rispetto al 2015 (+1,9%). Viaggiano bene anche i macchinari da costruzione (+7,5%) per un valore di 105 milioni di euro.
In rosso le valvole e rubinetti, in confronto al semestre precedente (-18,5%), ma è uno scambio ancora molto importante, 206 milioni di euro. Anche il settore delle pompe ha subito una battuta d’arresto (-19,9%) passando dai 124 ai 99 milioni di euro. La performance peggiore è stata registrata dai macchinari per il sollevamento e il trasporto con un -28%, pari a una perdita dai 103 ai 74 milioni di euro. Sempre nell’ambito della movimentazione, i carrelli acquistano quote di mercato con un +36,3%, raggiungendo i 30 milioni di euro come valore export.
Gli imprenditori sono in attesa di conoscere le evoluzioni politico-industriali che Trump intraprenderà. È questione di tempo. Anche i trattati internazionali, per ora in stand-by, sono un fattore determinante per pianificare gli investimenti aziendali. Ancora una volta le conformazioni geopolitiche influenzano la vita dell’economia reale.
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