A un anno e mezzo dalla nomina come presidente di Assofrigoristi, avvenuta nel giugno 2021, abbiamo intervistato Fabio Brondolin per discutere delle problematiche che riguardano la professione del frigorista. I piani europei che prevedono la diffusione della pompa di calore in ordini di grandezza delle decine di milioni di unità assicura un futuro importante a questa attività. Un aspetto imprescindibile è tuttavia la formazione che dev’essere continua e non tanto un aspetto burocratico.
Fabio Brondolin, presidente di Assofrigoristi, ha esordito nel mondo del lavoro come progettista elettrotecnico, avendo sostenuto l’apposito esame di Stato. Tuttavia, ben presto, comprende che la vita d’ufficio tecnico non è nelle sue corde e dunque lascia la professione e nel 1997 apre un’impresa con l’obiettivo di realizzare di impianti elettrici e termoidraulici. Contemporaneamente collabora con un’azienda di installazione specializzata nella climatizzazione per la quale si occupa della parte elettrica. “A quel tempo – ricorda Brondolin – le aziende del settore si esponevano finanziariamente con gli acquisiti prestagionali, anche per cifre importanti e nel 1997 e nel 1998 successe che le temperature primaverili ed estive furono basse e le macchine rimasero in buona parte invendute provocando il fallimento dell’impresa con cui collaboravo. Nel frattempo, avevo conosciuto l’importatore delle macchine che mi chiese di fare l’assistenza tecnica per suo conto. Di fatto ero un’elettricista per cui mi mancavano competenze specifiche di refrigerazione e dunque accettai a patto di fruire di un’adeguata formazione tecnica, imparando a riparare le macchine, prima di andare sul campo.
“Inizialmente, l’attività riguardava l’assistenza alla gamma residenziale, poi abbandonata per dedicarmi esclusivamente a chiller, VRF, UTA. “La competenza l’ho acquisita strada facendo unendo la pratica a tanto studio; ho anche sbagliato, ma ho imparato dagli errori e oggi per alcuni importanti marchi sono un punto di riferimento”.
Oggi la Light System di cui è socio Fabio Brondolin si trova a Monastier di Treviso e ha un raggio d’azione ampio, tanto da coprire tutto il nord d’Italia, con qualche puntata anche in Paesi esteri. La struttura si occupa di climatizzazione, solare termico, fonti rinnovabili, biomasse.
L’approccio con Assofrigoristi avviene quando Brondolin si rende conto di saper fare il suo lavoro, ma di aver lacune in ambito normativo, carenze che non gli permettevano di fare un desiderato salto di qualità.
“Arrivato nell’associazione ho avuto modo di avere a che fare con colleghi molto preparati e per me si è aperto un mondo. Sono entrato in sordina, con tanta voglia di imparare, ho fatto parecchie domande durante gli incontri tecnici al punto di farmi notare dai dirigenti di Assofrigoristi tanto da propormi di entrare in un gruppo di lavoro.
“Il primo incarico per conto dell’associazione è stato quello di seguire i lavori presso il CTI (Comitato Termotecnico Italiano) relativamente al libretto d’impianto previsto dal Dpr 74.
“Successivamente sono entrato nel direttivo portando il mio contributo di idee frutto dell’esperienza sul campo, avendo ben chiaro dunque quali sono le esigenze degli installatori. L’apprezzamento nei confronti della mia attività associativa ha spinto alcuni colleghi a proporre di candidarmi come presidente e nel giugno del 2021 sono stato eletto, peraltro in un momento in cui l’associazione stava attraversando un momento di ridefinizione organizzativa e di programma”.
I PUNTI SALIENTI DEL PROGRAMMA
“Il bilancio di questo anno e mezzo di presidenza di Assofrigoristi è senz’altro positivo anche se non sono mancate, e non mancano tuttora, alcune difficoltà a livello organizzativo e gestionale, in particolare. La nostra è un’associazione guidata da volontari che condividono una visione comune che pone al centro il frigorista e che dia spazio e voce a tutti.
“Essere il più possibile vicino ai frigoristi è uno dei punti più importanti del nostro programma associativo. Pensiamo soprattutto a quelli di piccole dimensioni, ma non solo, che più hanno necessità di supporti tecnici perché magari non hanno tempo di approfondire dettagliatamente una nuova norma. Consideriamo, per esempio, il nuovo regolamento FGas che vede un legislatore spingere fortemente verso i refrigeranti naturali infiammabili ma sui quali mancano competenze diffuse. Sarebbe un errore anche per un frigorista esperto approcciarsi a una macchina che contiene un gas infiammabile senza un’adeguata valutazione dei rischi che possono derivare operando come abitualmente fa con gli altri gas non infiammabili”.
MAGGIORE PRESENTA A LIVELLO ISTITUZIONALE
“Un altro punto fondamentale del programma è la rappresentatività di Assofrigoristi: è assolutamente da rafforzare la nostra presenza presso le istituzioni non tanto per dire ‘ci siamo’, ma per incidere operativamente portando al legislatore la nostra esperienza sul campo.
“Noi mettiamo le nostre competenze a disposizione e recentemente siamo stati contattati da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per contribuire alla migliore interpretazione delle informazioni presenti nella banca dati di Ecocerved. Infatti, bisogna partire dalla conoscenza del lavoro sul campo per poter tracciare efficacemente il passaggio delle informazioni alla banca dati, senza errori di inserimento.
“Infatti, se non ci si rende conto che ci sono dati errati potrebbe essere redatto e consegnato al ministero competente un rapporto altrettanto errato e a cascata trarre conclusioni e azioni che non portano al risultato desiderato. Occorre che ciascuno porti il proprio contributo di competenze con umiltà”.
L’UNIONE FA LA FORZA
“La collaborazione con le altre associazioni della filiera impiantistica è un fatto imprescindibile, per quanto ci riguarda nell’ambito degli aspetti tecnici e normativi, non facciamo certo politica. Un esempio virtuoso è la collaborazione con Assoclima, Assogastecnici e CNA che ha portato alla realizzazione di linee guida sul recupero e il riciclo. Si tratta di uno strumento di lavoro vero e proprio, condiviso e realizzato nell’ottica del frigorista. Ritengo che un ruolo importante dell’associazione sia, peraltro, la spiegazione nei termini opportuni delle norme che, in effetti, sono spesso scritte da un legislatore/burocrate e devono essere poi tradotte a beneficio di chi opera sul campo.
“Facciamo parte di Area e di Asercom svolgendo attività di studio e sindacali e attualmente siamo impegnati a portare avanti emendamenti al nuovo regolamento FGas.
“Inoltre, la collaborazione con Aicarr ha portato alla realizzazione di linee guida per il corretto approccio alla sanificazione di impianti e ambienti. Tutto questo dimostra che noi siamo partner, non certo competitor con altre entità e riteniamo importante il confronto recependo e comprendendo le reciproche necessità e posizioni”.
TECNICI SUPER SPECIALIZZATI
Assofrigoristi attualmente conta circa 500 aziende iscritte e tenendo conto che la media dei collaboratori di ciascuna azienda è di 2,8, si può dire che l’associazione rappresenta una platea di ben oltre un migliaio di tecnici specializzati nel ciclo frigorifero in tutte le sue accezioni.
“Il lavoro del frigorista – precisa Brondolin – entra nel merito del funzionamento della macchina, sa come si comporta, sa identificare un guasto e ripararla. Richiede, tutto questo, un insieme di competenze più ampio rispetto al mero lavoro di installazione.
“Dovremmo essere più numerosi e uno dei miei obiettivi è proprio quello di aumentare il numero degli iscritti. Paradossalmente, siamo quasi più interpellati da costruttori, certificatori, istituzioni che ci chiedono continuamente consulenze per definire certi aspetti normativi, piuttosto che per il frigorista, pur rappresentando in pieno i suoi interessi professionali.
“Il costo associativo non penso sia un problema perché è contenuto, certamente per godere in pieno dei benefici derivanti dal far parte dell’associazione è indispensabile la partecipazione e il mettere a fattor comune le proprie esperienze.
“La nostra sede si trova a Padova e le regioni con il maggior numero di associati sono Lombardia e Veneto. Al sud invece sono relativamente pochi, ma in generale ci stiamo attivando sul territorio per organizzare incontri conoscitivi con gli addetti ai lavori e fare proselitismo.
IL COSTO DELLE NORME
“Una battaglia, se così vogliamo definirla, che sto portando avanti riguarda il costo delle norme: a mio avviso dovrebbero essere gratuite o quantomeno essere disponibili a un prezzo politico. D’altra parte sono scritte per i tecnici, per tutelare il loro lavoro, l’efficienza e la sicurezza in generale e quindi occorrerebbe diffonderle a una platea la più ampia possibile”.
I COSTI E L’EFFICACIA DELLA FORMAZIONE
A proposito di formazione e patentini, senza mezzi termini, Brondolin spiega che “non è accettabile che ogni tre anni debba rifare un esame FER (Fonti Energetiche Rinnovabili), mettersi di nuovo ad ascoltare una lezione da parte di un docente che ci spiega per l’ennesima volta che cos’è il surriscaldamento, il sottoraffreddamento, il funzionamento del circuito frigorifero.
“Per alzare l’asticella delle competenze, occorre che la formazione sia step by step: fatta la certificazione dei primi tre anni, quella dei successivi tre anni dedichiamola a parlare d’altro, di nuove tecnologie, di nuovi refrigeranti, di nuove opportunità. Di fatto si tiene invece l’asticella bassa per abilitare tutti in maniera indistinta con l’esito di una dequalificazione della professionalità.
“L’unica strada a mio avviso perseguibile è quella che percorrono gli ordini professionali, cioè la formazione continua. Io non voglio dover spendere centinaia di euro per una certificazione che non mi eleva l’asticella delle competenze, preferisco impiegare questo soldi per una formazione più mirata e appropriata per l’attività che svolgo, in modo da essere più competente e preciso di fronte al cliente.
“Facciamo un esempio molto semplice e pratico: per ottenere il certificato di saldobrasatura mi fanno lavorare al banco con il pezzo davanti agli occhi che io posso girare e manovrare come voglio. Ma in campo non sarà mai così, spesso devo lavorare su dei pezzi non a vista utilizzando uno specchio, o in posizioni non sicuramente comode. Se un esame promuove 100 persone su 100 o al massimo ne viene bocciata una, vuol dire che non ha senso fare l’esame”.
FRIGORISTA, LAVORO PER IL FUTURO
Sul futuro del frigorista, Brondolin non ha dubbi: “il lavoro è assicurato fino alla pensione. L’associazione europea delle pompe di calore predice l’installazione di 60 milioni di unità nei prossimi decenni, macchine che oltre ad essere installate andranno manutenute e assistite. Già oggi avvertiamo la carenza di frigoristi preparati, per cui anche per un giovane oggi vedo un bel futuro davanti, purché si dedichi a questa attività con volontà e passione e con un ‘cervello logico’, perché è un mestiere tutto di logica”.
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere