Dopo i mesi di lockdown, il mercato installativo delle vecchie costruzioni ha necessità di ripartire con le attività ordinarie. Quella che più di altre sta mostrando una crescita di interesse in questo periodo storico è la sostituzione dei ripartitori di calore.
A cura di Antonello Guzzetti, Country Manager di Qundis in Italia
L’attività di sostituzione dei ripartitori di calore sta mostrando una crescita di interesse, complice anche il recente recepimento della direttiva EED sull’efficienza energetica.
Tra il 2005 ed il 2010, infatti, ha iniziato ad attecchire quella campagna di sensibilizzazione che da anni promuoveva l’importanza dell’efficienza energetica, soprattutto in ambito residenziale. È così che si è registrato un importante tasso di installazioni di contabilizzatori di calore unita all’installazione di valvole termostatiche. Ciò ha permesso di trasformare impianti centralizzati di vecchia concezione in sistemi funzionali, incrementando il risparmio energetico dell’abitazione attraverso la gestione del calore e la conseguente contabilizzazione delle spese di riscaldamento.
Chi ha installato dieci anni fa i ripartitori di calore ha già potuto riscontrarne gli effetti benefici in bolletta, ma è chiamato ora a ricordare che tali dispositivi hanno una vita naturale di 10 anni, dopo tale periodo è essenziale sostituirli. Ed è importante che gli amministratori di condominio non sottovalutino tale termine.
Si tratta, tra l’altro, del momento adatto per procedere a questo tipo di attività installativa in vista della possibilità di convertire i propri impianti alla versione AMR (Automatic Meter Reading), ossia dando loro la possibilità di trasmettere in remoto i valori di consumo rilevati nella propria abitazione. Questa innovazione porta ad un vantaggio immediato, ossia consente di rilevare il dato di consumo e anche la funzionalità delle apparecchiature senza recarsi presso il condominio, dando vita ad un importante programma di digitalizzazione. In questo modo si darà l’opportunità ai vari utenti di disporre di informazioni precise e puntuali, in modo da poter modificare i propri comportamenti, atti ad ottenere ulteriori risparmi e a mantenere un comportamento rispettoso ai fini di un minor inquinamento ambientale. Non solo, questo tipo di intervento è essenziale anche per essere pronti al rispetto della nuova normativa EED 2018/2002 che il Consiglio dei Ministri ha approvato in data 7 luglio.
Dato il periodo, ciò che resta complicato è dover gestire la catena dei soggetti coinvolti nel processo decisionale. Gli amministratori di condominio, infatti, hanno l’onere di discutere con il resto del condominio prima di confermare eventuali nuove installazoni o sostituzioni.
Il dato positivo legato alle attività di replacement è che, anche se non fosse possibile ottenere riscontri prima dell’estate 2020, gli installatori potranno procedere a svolgere questi lavori anche nel corso dell’autunno/inverno 2020 ed anche se i radiatori sono già in funzione, questo perché non si tratta di un’attività che agisce sulla parte idraulica. Quindi, non ci sarà bisogno di attendere la primavera 2021 per portare a termine questi lavori e si potrà consentire agli operatori del settore di scaglionare la propria attività di sostituzione in modo più funzionale e garantendo una migliore qualità dei servizi offerti, pur mantenendo la garanzia del dato finale di consumo.
Si ribadisce, quindi, l’importanza di sostituire i ripartitori di calore allo scadere del loro decimo anno di vita per un duplice motivo. Da un lato per godere della possibilità di installare un dispositivo di ultima generazione dotato di trasmissione radio con la garanzia di rilevazioni sempre più performanti; dall’altro per un discorso di correttezza nei confronti della propria comunità, in quanto, anche se solo una parte marginale dei ripartitori installati in uno stabile smettesse di funzionare, l’intero condominio cadrebbe vittima di una ripartizione dei costi non corretta.
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