Anche Hoval riapre i battenti. Anzi, in realtà l’azienda non ha mai smesso di lavorare, con il contributo dei collaboratori connessi in smart working e della rete dei centri assistenza sempre disponibili, grazie alle soluzioni digitalizzate Hoval che hanno consentito di intervenire anche da remoto.
Ritorno alla normalità anche per Hoval, che riapre le porte dell’azienda. Sono stati mesi difficili per tutti, un tunnel del quale non si scorgeva la fine, mesi di infinita tristezza per i lutti che hanno colpito i nostri territori. Ora, lentamente, la vita ricomincia a scorrere, la gente si sta gradualmente riappropriando delle vecchie abitudini, di una quotidianità della quale si era quasi dimenticata… Lo stesso vale per le aziende, che riaprono gli uffici per riaccogliere i collaboratori seguendo tutti i protocolli di sicurezza. Un cliché che con cura e gradualità si ripete in ogni settore, dove la parola d’ordine è prevenzione e distanziamento. Perché, certo, tutti ne sono coscienti: siamo ancora in una fase delicata.
Anche Hoval riapre i battenti. Anzi, in realtà l’azienda non ha mai smesso di lavorare, con il contributo dei collaboratori connessi in smart working e della rete dei centri assistenza sempre disponibili, grazie alle soluzioni digitalizzate Hoval che hanno consentito di intervenire anche da remoto. Anche l’attività di formazione non ha avuto battute d’arresto: Hoval non ha mai smesso di comunicare con periti, progettisti, ingegneri e architetti, ai quali ha offerto l’opportunità di seguire corsi di formazione online dalla piattaforma https://www.tecnoacademy.it/formazione-hoval/ approfittando del periodo trascorso a casa.
Mai come in questo momento, in cui ci si è resi conto che presenza e vicinanza fisica avrebbero potuto costituire un problema, si sono cercate soluzioni accelerando modelli di sviluppo innovativi. Il COVID ha ufficialmente sdoganato modelli di lavoro agile, accelerando il percorso verso una digitalizzazione trasversale in molti ambiti della vita: lo smart working nel mercato del lavoro, lo smart delivery per gli acquisti, lo smart heating nella gestione degli impianti. Da questa tempesta che ci ha travolto cominciamo lentamente a rialzarci e ci riscopriamo sicuramente diversi.
Dal Decreto Rilancio nuove opportunità
Diverso è purtroppo anche il tessuto economico che sta per uscire dall’emergenza sanitaria, che ha avuto e avrà ancora pesanti ripercussioni su imprese, attività e famiglie. Sono stati sufficienti un paio di mesi per mettere in ginocchio settori interi della nostra economia. Il Decreto Rilancio, con il quale il Governo stanzia risorse importanti per far ripartire sistema economico, può però offrire validi strumenti per aiutare a superare la crisi: l’Ecobonus al 110% prevede una serie di importanti agevolazioni per chi intende effettuare interventi di riqualificazione finalizzati a ottimizzare l’isolamento termico e ad aumentare l’efficienza energetica degli edifici nel periodo compreso tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021. Condizione indispensabile è però ottenere, grazie agli interventi, un miglioramento della prestazione energetica dell’edificio di almeno due classi o comunque raggiungere la classe energetica più alta che si può ottenere, da dimostrare attraverso un Attestato di Prestazione Energetica (APE).
L’Ecobonus rappresenta sicuramente per tutta la filiera delle costruzioni e in modo particolare per il nostro settore un indiscutibile volano per cominciare a far ripartire l’economia e per prepararci nello stesso tempo a raggiungere gli obiettivi ONU previsti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Si tratta di uno strumento forte, che se opportunamente promosso con la piena collaborazione di tutte le parti in causa, nello sforzo di snellire le procedure burocratiche, potrebbe dare una spinta di portata epocale alla ripresa economica, accanto alle agevolazioni previste dal Piano Industria 4.0 e dal Conto Termico 2.0.
Gli impianti che soddisfano i requisiti dell’Ecobonus 110%
Nei condomini:
- pompe di calore aria/acqua e geotermiche per riscaldamento, raffrescamento e produzione di ACS;
- Caldaie a condensazione, almeno in classe A -;
- microcogeneratori (cogeneratori di taglia ≤ 50 kW).
Nella case monofamiliari:
- pompe di calore aria/acqua e geotermiche per riscaldamento, raffrescamento e produzione di ACS;
- microcogeneratori (cogeneratori di taglia ≤ 50 kW).
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