Per garantire le condizioni di salubrità degli ambienti chiusi è necessario ricambiare l’aria, ventilando. Utilizzando correttamente gli impianti di climatizzazione si riduce, quindi, il rischio di contagio proprio perché si diluisce l'eventuale concentrazione di virus all'interno dei locali chiusi.
Il Prontuario di AICARR (Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento Refrigerazione) è stato redatto per le persone non esperte di impianti di climatizzazione con lo scopo di illustrare come questi sistemi, se gestiti bene, possono nella maggior parte dei casi ridurre il rischio di contagio di COVID-19. Il prontuario nasce quindi per fare chiarezza in una situazione dove le informazioni sono tante e contrastanti.
Attualmente si sta discutendo sulla possibilità che COVID-19 possa diffondersi anche nell’aria attraverso minuscole goccioline d’acqua emesse dalle persone quando parlano e respirano. Questo perché molti altri virus si diffondono anche così e al momento nessuno lo può negare per il nuovo coronavirus, di cui si sa ancora molto poco. L’attuale difficoltà è quantificare l’effetto della diffusione aerea sul pericolo di contagio complessivo: se anche tale diffusione avesse un peso nel rischio di contagio, il nuovo coronavirus è decisamente meno contagioso per via aerea di molti altri virus (ad esempio il morbillo). Altrettanto certo è che il contagio per contatto diretto, dovuto alle goccioline emesse con colpi di tosse e starnuti che possono raggiungere persone vicine, è molto più pericoloso di quello dovuto alle goccioline leggere che si diffondono nell’aria.
Per garantire le condizioni di salubrità degli ambienti chiusi e quindi la salute di chi li occupa è necessario ricambiare l’aria, ventilando. In questo contesto, sia l’Istituto Superiore di Sanità che l’Organizzazione Mondiale della Sanità consigliano di immettere il più possibile aria esterna nei locali chiusi. Infatti, la concentrazione del virus nell’aria esterna è estremamente bassa e tale da non contagiare nessuno.
Si può immettere aria esterna aprendo le finestre e (ove possibile) anche le porte oppure, soluzione più consigliata ed efficace, accendendo gli impianti di climatizzazione (usati per il riscaldamento invernale e raffrescamento estivo). Aprire solo le finestre non garantisce sempre un ricambio d’aria completo nei locali, quindi non si può avere la certezza di aver diluito l’eventuale concentrazione di virus in ambiente. Mentre con gli impianti di climatizzazione si immette nei locali la quantità d’aria necessaria per il ricambio dove e quando si vuole, mantenendo alte anche le condizioni di comfort termico. Usando tali impianti di climatizzazione si riduce quindi il rischio di contagio proprio perché si diluisce l’eventuale concentrazione di virus all’interno dei locali chiusi.
«Daikin ritiene che sia indispensabile veicolare una corretta informazione su questo tema» – dichiara Stefania Bracco, Co-Manager AIRCO Division di Daikin Italy e socio di AICARR dal 2003 – «Gli impianti di condizionamento dell’aria e ventilazione sono estremamente utili per contrastare la diffusione del virus nell’aria negli ambienti chiusi, quindi, ove e quando possibile, vanno tenuti accesi. I documenti preparati da AICARR (Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento Refrigerazione) ci danno su questo tema delle linee guida importanti».
Di sotto è possibile scaricare il prontuario di AiCARR
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