Secondo Frost & Sullivan, Cina, Medio Oriente e America Latina riescono a compensare la scarsa richiesta da parte delle regioni storicamente legate al gas naturale
Poiché il gas naturale è sempre più utilizzato per generare calore ed energia, sta aumentando la necessità di impianti di stoccaggio di gas che possano garantire una fornitura affidabile e sicura. Le regioni importatrici di gas stanno investendo in impianti di stoccaggio per gestire i picchi stagionali della domanda e, allo stesso tempo, l’esigenza strategica di avere scorte di riserva. Ad esempio, gli sforzi per lo sviluppo di cavità saline si intensificheranno per soddisfare la domanda di gas a breve termine durante il picco invernale in Europa. Similmente, i paesi esportatori di gas cercheranno risorse di stoccaggio nelle regioni con un consumo di gas crescente per assicurare le proprie esportazioni e offrire una maggiore stabilità della fornitura.
Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Global Gas Storage Market”, rileva che la capacità totale di working gas a livello mondiale è stata di 381,5 miliardi di metri cubi (bcm) nel 2013 e stima che questa cifra raggiungerà quota 453,5 miliardi di metri cubi nel 2018, con un tasso di crescita annuale composto del 3,5%. Oltre alle cavità saline, lo studio riguarda giacimenti esauriti, acquiferi e serbatoi di stoccaggio di gas naturale liquefatto (GNL).
Tradizionalmente, gli impianti di stoccaggio di gas si sono concentrati in Nord America, in Europa e nella Comunità di Stati Indipendenti (CSI), compresa la Russia. Tuttavia, la diminuzione dei prezzi del gas, specialmente in Nord America, sta restringendo i margini per gli operatori del gas e riducendo gli investimenti nella capacità di stoccaggio. Allo stesso tempo, si riscontra una nuova capacità di stoccaggio proveniente da mercati emergenti come Cina, Medio Oriente e America Latina. È probabile che la Cina registrerà la crescita maggiore, poiché avvierà la produzione domestica di gas di scisto entro i prossimi cinque anni.
“Convertire giacimenti esauriti, acquiferi o caverne di sale in impianti di stoccaggio richiede un forte investimento di capitale, – afferma Ashay Abbhi, analista di Frost & Sullivan. – La situazione è esacerbata dal fatto che non tutto il gas stoccato può essere prelevato; una parte ha la funzione di cushion gas. Ciò rappresenta una grossa fetta della spesa legata ad un impianto e le entrate prodotte esclusivamente dalla lavorazione del gas spesso non sono sufficienti per compensarla.”
Si prevede che i costi di capitale, insieme alla riduzione dei prezzi del gas e alla mancanza di sostegno governativo, bloccheranno l’espansione del mercato in molti paesi. Ottenere fondi per i costosi progetti di stoccaggio di gas si è dimostrato problematico. Questa limitazione ha avuto un effetto negativo diretto sulle entrate del mercato dello stoccaggio di gas, poiché ha impedito la costruzione di nuovi impianti e l’espansione di quelli esistenti.
“Gli operatori dello stoccaggio devono investire nella ricerca e sviluppo di tecnologie e strumenti di progettazione adeguati per la creazione di tali impianti, poiché ciò potrebbe diminuire i costi di capitale, – suggerisce Abbhi. – Per esempio, se si costruisce un impianto di stoccaggio quando i prezzi del gas sono bassi, il costo del cushion gas può essere ridotto considerevolmente.”
Lo studio “Global Gas Storage Market” fa parte del programma Energy & Power Growth Partnership Service. Altri studi di Frost & Sullivan collegati a questo sono: “Global Solar Power Market”, “Global Gas and Steam Turbine Markets” e “Global Gas Gen-Sets Market”. Tutte le analisi comprese nel servizio in abbonamento forniscono dettagliate opportunità di mercato e tendenze del settore, valutate in seguito ad esaurienti colloqui con gli operatori del mercato.
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