Nel 2016, il settore fotovoltaico nell’Unione Europea a 28 ha dato lavoro a più di 81 mila dipendenti equivalenti a tempo pieno (Fte) e ha generato un valore aggiunto (Gva) pari a oltre 4.600 milioni di euro. Questo nonostante il settore sia stato messo alla prova in termini di capacità installata e fatturato a partire dal biennio 2011-12 data in cui si è iniziato a registrare un calo della nuova potenza installata rispetto agli anni del boom (2007-2011).
Lo attesta il nuovo report “Solar PV Jobs & Value Added in Europe” pubblicato da SolarPower Europe Association, organizzazione che rappresenta in Europa le aziende, i professionisti e tutti i soggetti che lavorano lungo la catena del valore del solare fotovoltaico.
Ambiente, clima e lavoro
81 mila dipendenti equivalenti a tempo pieno (Fte), circa tre volte tutti i dipendenti di Eni nel mondo, e un valore aggiunto (Gva) pari a oltre 4.600 milioni di euro, sono i numeri del settore fotovoltaico nell’Unione Europea a 28 per il 2016. I dati parlano chiaro, il settore genera occupazione e dà ossigeno all’economia.
Il fotovoltaico sta dimostrando di poter essere una delle strade più promettenti per trovare soluzioni non solo ai problemi legati al cambiamento climatico e all’inquinamento ma anche a quelli del lavoro e della crescita economica.
Dal 2018 è attesa una nuova crescita dei posti di lavoro nel fotovoltaico
Fino al 2011-2012, in Europa si era assistito a uno sviluppo veloce e consistente del fotovoltaico. Nel 2008, il settore impiegava circa 250 mila dipendenti e generava un Gva pari a 15.700 milioni di euro. Una crescita costante che si è interrotta negli anni seguenti ma che SolarPower ritiene riprenderà vigore dal 2018 in poi. Entro il 2021, infatti, si stima che il settore toccherà i 174.700 occupati a tempo pieno per un valore di 9.500 milioni: un aumento rispettivamente del 145 e del 105 per cento rispetto ai valori registrati dai due indici nel 2016.
Previsioni dunque ottimistiche che riflettono le attuali condizioni di mercato, in particolare gli effetti positivi dovuti a una riduzione dei costi dei sistemi solari fotovoltaici che non ha raggiunto ancora i minimi in Europa oltre a una crescita della domanda di energia pulita sempre più dinamica.
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