Ecco alcune linee guida per la filtrazione nell’ambito degli impianti aeraulici: una prassi di riferimento pubblicata nel luglio scorso da UNI ha affrontato una questione delicata ma cruciale, delineando alcune “regole del gioco” per l’identificazione e la gestione del rischio biologico attraverso la filtrazione. Queste indicazioni sono fondamentali sia per l’identificazione del problema, sia per la gestione della filtrazione, un aspetto spesso sottovalutato dagli operatori del settore, ma di vitale importanza per la salute pubblica.
Prassi 161/2024: raccomandazioni per una filtrazione efficace
La Prassi 161/2024, che offre Buone pratiche per contenere il rischio di contaminazione, rappresenta un primo passo significativo verso un sistema integrato di conoscenze teoriche, competenze tecniche e soluzioni tecnologiche. Questo approccio ha come obiettivo la creazione di una sistematica prassi di gestione del rischio aeraulico, il più formalizzata possibile. La buona notizia è che il documento è accessibile gratuitamente a chiunque desideri approfondire. Durante la pandemia, l’importanza del canale aeraulico e dei sistemi di filtrazione è stata posta sotto i riflettori, ma non erano ancora disponibili linee guida metodologiche chiare. Finora, sono state fornite solo poche informazioni dai quaderni Istisan dell’Istituto Superiore di Sanità, che purtroppo non hanno fornito riferimenti adeguati per lo sviluppo delle competenze tecniche necessarie per gli operatori di impianti, siano essi manutentori o igienisti aeraulici. La necessità di un approccio integrato che converga le conoscenze scientifiche sui contaminanti aerotrasportati, e sul bioaerosol, con informazioni di competenza tecnica per contenere il rischio derivante dalla dispersione di contaminanti in ambienti chiusi è fondamentale. La filtrazione gioca un ruolo centrale in questa strategia, poiché l’impianto aeraulico, che veicola l’aria negli spazi confinati, funge da vettore per particolato e microorganismi, entrambi potenzialmente dannosi per la salute.
Definizione e applicazione della filtrazione
Il campo di applicazione e gli obiettivi della prassi sono chiari. La prassi di riferimento 161/2024, intitolata “Filtri per la Pulizia dell’Aria e Minimizzazione dei Rischi Biologici Correlati nell’Ambiente Indoor”, approfondisce il comportamento dei contaminanti aerotrasportati e definisce le strategie di impiego dei sistemi di filtrazione dell’aria negli impianti HVAC. Lo scopo è ridurre la presenza di bioaerosol nell’aria, fornendo indicazioni pratiche sui principi di filtrazione, le tipologie di filtri disponibili e le modalità di selezione, uso e manutenzione. La struttura del documento è essenziale e chiara: nella prima parte si analizza la caratterizzazione dei contaminanti, con un focus specifico sul bioaerosol, studiando il suo comportamento aerodinamico e le modalità di proliferazione e diffusione. Questo approccio è fondamentale, poiché l’introduzione del concetto di bioaerosol permette di concentrare l’attenzione sulla questione microbiologica, un aspetto che storicamente è stato raramente trattato nelle norme tecniche.
Contenimento del rischio attraverso la filtrazione
È essenziale chiarire che l’impianto ha il compito di contenere il rischio tramite la filtrazione, piuttosto che eliminarlo completamente. Eliminare il rischio biologico è di fatto impossibile in condizioni ambientali non sterili, come ad esempio gli ambienti dove le persone si muovono senza misure di protezione come tute e caschi progettati per evitare il contatto con il bioaerosol. È importante sottolineare questo aspetto per sfatare la convinzione diffusa, supportata da alcuni operatori commerciali di tecnologie di igienizzazione, che sia possibile ottenere ambienti privi di contaminanti microbiologici. Il rischio legato alla contaminazione aerea è sicuramente contenibile, ma non può essere completamente eliminato.
Tecnologie di filtrazione avanzata
La parte successiva del testo si concentra sulla filtrazione e su come essa possa ridurre l’aerodispersione di bioaerosol e la diffusione di contaminanti microbiologici. Questa trattazione è particolarmente rilevante, dato che il tema microbiologico, purtroppo, ha ricevuto attenzione solo di recente, in seguito agli eventi globali legati all’epidemia di Sars-Cov19. Comprendere come la filtrazione interviene per contenere la diffusione dei contaminanti aerodispersi di origine microbiologica è cruciale. Ciò consente infatti di selezionare e utilizzare in modo appropriato le diverse tipologie e tecnologie filtranti. Viene discussa in dettaglio la filtrazione meccanica e quella elettrostatica attiva a piastre, offrendo anche un approfondimento significativo sulla filtrazione del bioaerosol. Questa sezione illustra le dinamiche e l’efficacia con cui i sistemi di filtrazione possono esercitare la loro funzione di protezione in questo specifico ambito.
Valutazione dell’efficacia della filtrazione nell’impianto
Nel capitolo successivo, l’analisi si concentra su come la filtrazione operi all’interno dell’impianto, proponendo modelli di valutazione della sua efficacia in rapporto a fattori chiave come il tasso di occupazione dello spazio e la portata di ventilazione, tenendo conto sia dei flussi primari sia di quelli secondari e di ricircolo. È fondamentale per i professionisti del settore valutare l’attività filtrante in relazione alle funzioni di ricambio dell’aria svolte dall’impianto. Queste considerazioni sono cruciali, poiché è già stata evidenziata, in diverse occasioni, come l’operatività della filtrazione possa entrare in contrasto fisiologico con la portata dell’aria. È infatti necessario che l’aria immessa possieda una prevalenza tale da superare la barriera fisica del filtro. Una pagina dedicata alla massima efficienza della filtrazione propone accorgimenti da considerare durante l’installazione e la manutenzione, come ad esempio la sigillatura dei telai e delle pareti interne all’unità di trattamento dell’aria (UTA). Attraverso queste misure, si può evitare la dispersione d’aria che penalizzerebbe l’efficienza del sistema di filtrazione stesso. La trattazione si conclude con un insieme di indicazioni utili e pratiche per garantire una manutenzione e una gestione adeguate dell’impianto. É essenziale considerare le sezioni e gli elementi filtranti secondo principi di igiene, oltre che di efficienza. Così facendo, si possono curare operazioni abitualmente trascurate, come la sostituzione dei filtri, evitando di aumentare il rischio microbiologico, garantendo nel contempo un ambiente sano e sicuro.
L’importanza degli aggiornamenti
Nonostante il gruppo di lavoro dedicato abbia dato vita a questo importante punto di partenza, rimangono ancora diverse lacune nella conoscenza che meritano approfondimenti. Una delle questioni principali si riferisce alla definizione delle competenze obbligatorie per i professionisti di settore, come indicato nelle Linee Guida della Conferenza Stato Regioni del 5 ottobre 2006 al titolo 3, che tratta della qualificazione e formazione del personale e dei percorsi formativi per le operazioni. Sarebbe opportuno implementare uno schema di certificazione obbligatoria, in modo da evitare la proliferazione di operatori che si autodefiniscono competenti in materia senza le dovute credenziali. Un altro intervento imprescindibile riguarderebbe l’implementazione di una metodologia per valutare l’efficacia degli strumenti biocidi destinati a contrastare la presenza di contaminanti microbiologici. Tali strumenti, amplificati durante l’epoca Covid, necessitano di standardizzazione secondo criteri di misurabilità che siano il più possibile univoci.
Osservazioni finali sulla nuova Prassi di riferimento
Infine, è importante notare che la Prassi di Riferimento non dovrebbe essere vista come una norma definitiva, ma piuttosto come il lavoro di un team volto a preparare il terreno per l’elaborazione di una norma futura, una volta passata un adeguato periodo di valutazione da parte degli operatori. Questo tipo di documento ha il vantaggio di non essere “pesante” come una norma ufficiale, ma allo stesso tempo fornisce un supporto tangibile a chi opera nel settore, essendo disponibile gratuitamente. È auspicabile che se questa prassi di riferimento dovesse diventare norma, anche grazie a un lavoro di ottimizzazione dei contenuti, il suo prezzo al pubblico rimanga il più possibile accessibile. Ciò faciliterebbe non solo la divulgazione delle informazioni, ma anche l’adozione di pratiche migliori nel campo della filtrazione e della gestione del rischio biologico. La Prassi di Riferimento 161/2024 offre un importante contributo alla gestione della qualità dell’aria interna, con particolare attenzione alla filtrazione e al contenimento dei contaminanti biologici. Attraverso la corretta implementazione delle strategie di filtrazione e la formazione adeguata degli operatori, è possibile migliorare significativamente la salubrità degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, riducendo potenziali rischi per la salute pubblica e contribuendo a un ambiente più sano. L’adozione di sistemi di filtrazione adeguati e l’applicazione delle migliori pratiche suggerite dalla prassi di riferimento possono giocare un ruolo cruciale nel mantenimento della qualità dell’aria. È fondamentale che i professionisti del settore si impegnino nell’aggiornamento continuo delle proprie competenze e conoscenze, per rimanere al passo con le innovazioni tecniche e scientifiche nel campo della filtrazione e della gestione del rischio biologico.
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