A quali trattamenti deve essere sottoposta l’acqua di raffreddamento di un condensatore evaporativo? Risponde Pierfrancesco Fantoni.
Le acque che vengono usate per il raffreddamento del condensatore evaporativo possono avere caratteristiche alquanto diverse tra loro. Tali caratteristiche dipendono dall’origine che l’acqua ha, ossia da dove viene prelevata, il che significa dalla falda di terreno da cui essa viene emunta. L’acqua piovana contiene anidride carbonica e quando cade al suolo è in grado di reagire con i composti calcarei in esso presenti. Le reazioni chimiche portano alla formazione di bicarbonati (di calcio, di magnesio) che sono poi i primi responsabili della durezza dell’acqua. A seconda dei contenuti originari dell’acqua e a seconda delle caratteristiche del terreno le acque finali possono risultare avere diverse caratteristiche in termini di aggressività o di incrostabilità.
Una volta stabilito da dove hanno origine le diverse caratteristiche dell’acqua, si deve tenere presente che il suo impiego in un circuito per il raffreddamento di un condensatore evaporativo comporta anch’esso una modifica delle caratteristiche di tale acqua: a seguito di una serie di trasformazioni chimiche si giunge alla formazione di carbonato di calcio, in quantità più o meno elevata, che risulta avere una bassa solubilità e quindi porta alla formazione di incrostazioni.
Essendo il funzionamento del condensatore evaporativo basato proprio sul fenomeno di cambiamento di stato dell’acqua dalla fase liquida a quella gassosa, la ripetizione dei cicli di utilizzo dell’acqua porta ad un aumento della concentrazione dei sali disciolti in essa. Per ovviare o, perlomeno, limitare tale fenomeno solitamente si provvede con una certa frequenza a rinnovare l’acqua del circuito e a sottoporla ad idonei trattamenti che permettono di contenere entro certi limiti la sua durezza complessiva.
Il principale trattamento da eseguire è l’addolcimento dell’acqua, ossia un processo che consente di trasformare le sostanze incrostanti presenti al suo interno in sostanze solubili. Così facendo, però, l’acqua risulta acquisire caratteristiche molto più aggressive poiché vede innalzarsi il suo valore di pH e, quindi, diventa molto più corrosiva. Ne consegue che per abbassare il livello di durezza dell’acqua si deve pagare un dazio, ossia si deve accettare che l’acqua possa diventare più corrosiva. Per tale ragione devono essere condotti anche trattamenti anticorrosivi, assieme a quelli antincrostanti, giacché un po’ di durezza residua rimane sempre. Tali trattamenti consistono nell’impiego di opportuni prodotti che sono specificamente preparati allo scopo. Con tali trattamenti è possibile diminuire il numero dei rinnovi del contenuto d’acqua del circuito, però senza poterli eliminare completamente. Per un’efficace azione è consigliabile dosare in maniera opportuna i trattamenti in funzione anche del numero dei rinnovi che si eseguono.
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