In questa risposta a un vostro quesito parliamo della differenza tra EER e SEER del condizionatore. EER è l’acronimo di Energy Efficiency Ratio e SEER è l’acronimo di Seasonal Energy Efficiency Ratio.
EER è l’acronimo di Energy Efficiency Ratio, ossia di rapporto di efficienza energetica. Esso è un parametro che permette di confrontare in maniera standardizzata la “bontà” di un condizionatore: infatti il suo valore mette a confronto la potenza frigorifera che il condizionatore è in grado di garantire con la potenza elettrica che viene richiesta per poter erogare tale potenza frigorifera. In pratica è un parametro che rapporta i benefici che si ottengono dal condizionatore (il freddo che produce) con i costi che si devono sostenere per ottenere tali benefici. In altre parole il suo valore quantifica l’ammontare di energia frigorifera che si può ottenere per ogni unità di energia che si deve spendere per il funzionamento dell’apparecchiatura. Maggiore è il valore di EER maggiore è la “bontà” del condizionatore, ossia migliori risultano essere le sue prestazioni: rinfresca di più ad un costo inferiore.
In maniera un po’ grossolana l’EER si può paragonare al consumo di un’automobile, ossia ai chilometri/litro che essa è in grado di garantire. Ovviamente per giungere alla definizione di tale parametro devono essere fissate delle condizioni standard della prova che deve essere eseguita, in modo tale che il valore finale che si ricava possa essere confrontato con il valore ottenuto da altre prove anche di altri modelli di automobile. Anche per i condizionatori esistono delle condizioni standard della prova che sostanzialmente si riferiscono alla temperatura dell’aria interna del locale condizionato (ad esempio, fissata in 27 °C con definito tasso di umidità) ed alla temperatura dell’aria ambiente esterna (ad esempio, fissata in 35 °C con definito tasso di umidità), giacché entrambi tali temperature incidono significativamente sulle pressioni di lavoro del circuito frigorifero dello split e quindi, in definitiva, sui suoi consumi. Infatti, maggiore è la differenza tra le due temperature maggiori risulteranno i consumi elettrici dell’apparecchiatura e quindi minore sarà il valore di EER. Ulteriori fattori che influiscono sul valore di questo parametro sono, ad esempio, il carico termico insistente sull’ambiente che deve essere raffrescato ed il numero di giri del compressore.
Nello specifico, una normativa europea ora non più in vigore, la Direttiva Europea 31 del 2002, fissava i valori di EER per definire le classi di efficienza energetica delle apparecchiature domestiche: ad esempio, un condizionatore monosplit raffreddato ad aria risultava classificabile in classe A se il suo EER era maggiore del valore 3,20. Se invece risultava essere raffreddato ad acqua la classe A veniva assegnata per un valore di EER superiore a 3,60.
Mentre le prove di laboratorio possono essere standardizzate e quindi rese “universali”, la vita lavorativa reale di un condizionatore si svolge in condizioni molto diverse da caso a caso. In particolar modo il carico di raffreddamento che viene richiesto dall’utenza non è assolutamente il medesimo in tutte le varie situazioni che si possono presentare ed anche la temperatura dell’aria ambiente esterna è molto variabile, dipendendo da fattori climatici molto eterogenei nei vari Paesi europei. Per tale ragione attualmente risulta essere più significativo un secondo parametro, noto come SEER.
Cos’è il SEER (Seasonal Energy Efficiency Ratio)
SEER è l’acronimo di Seasonal Energy Efficiency Ratio, ossia di rapporto di efficienza energetica stagionale. Parlando di differenza tra EER e SEER, questo parametro è molto simile, concettualmente, all’EER solamente che opera un distinguo per quanto riguarda le temperature dell’aria esterna. Infatti, come l’EER, è un parametro che qualifica la “bontà” di un condizionatore split, ossia permette di confrontare qual è l’effetto raffrescante di un’apparecchiatura in rapporto a quanta energia richiede per il funzionamento. Anche in questo caso, maggiore è il valore del SEER e maggiore è l’efficienza del condizionatore. Anche per il suo calcolo la temperatura dell’aria interna che deve essere considerata è di 27 °C (sempre con tasso di umidità predefinito) ma ciò che lo differenzia dall’EER è il valore della temperatura dell’aria esterna che deve essere considerata.
In questo caso, infatti, tale temperatura non è più univoca ma può assumere una variabilità che va da 18 a 40 °C secondo otto intervalli ciascuno ampio 2,8 °C. Il senso di tale specificità è presto detto: nessun condizionatore funziona sempre, durante la sua vita lavorativa, a pieno carico ossia al massimo delle sue potenzialità. La richiesta di fresco da parte dell’utente è molto variabile ed inoltre le temperature dell’aria esterna sono anch’esse mutevoli, in dipendenza di vari fattori tra cui anche, ad esempio, la zona climatica in cui l’apparecchiatura viene installata. Certamente le termperature dell’aria esterna nel corso della stessa stagione non risultano essere le stesse a Palermo o Cagliari e a Belluno o Como. Ovviamente, poi, se paragoniamo nazioni diverse, è ovvio che sussistono differenze di clima tra Roma o Atene e Bonn o Amsterdam.
Sempre per ricorrere ad un paragone un po’ grossolano è come se per quantificare il consumo di un automobile (chilometri percorsi con un litro) ci si riferisse, invece che ad un solo tipo di percorrenza (per esempio, solo uso urbano) ad una molteplicità di situazioni d’uso (uso urbano, extraurbano, autostradale, ecc.): sicuramente, nel secondo caso, i dati sperimentali che si ottengono risultano essere più fedeli alle reali condizioni di utilizzo dell’automobile una volta messa in strada e quindi risultano essere sicuramente più significativi.
Concludendo la risposta alla differenza tra EER e SEER, possiamo affermare che l’indice SEER risulta senz’altro essere più significativo e più aderente alla realtà dell’indice EER. Entrambi sono parametri che quantificano l’efficienza di un condizionatore, ma il SEER riesce a descrivere meglio le prestazioni di un’apparecchiatura che si possono avere durante la sua vita lavorativa. I due parametri non sono assolutamente confrontabili tra loro, dato che vengono calcolati riferendosi a condizioni di funzionamento diverse. Il valore di SEER che caratterizza un condizionatore split deve essere dichiarato e riportato sull’etichetta energetica che obbligatoriamente deve corredare l’apparecchiatura.
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