Dopo mesi di discussioni, la Commissione ITRE (Industria, Ricerca ed Energia) del Parlamento europeo ha votato e approvato il testo finale della Direttiva EPBD, cosiddetta Direttiva ‘Case green’. I termini inizialmente previsti avevano suscitato critiche da parte di molti paesi europei, in primis l’Italia.
La revisione della direttiva ‘case green’ traccia un riferimento nella transizione energetica, facendo leva sulla pluralità tecnologica indica scadenze e strumenti più sostenibili, pur confermando un importante percorso di rinnovamento sul patrimonio edilizio e impiantistico esistente. Il phase-out dei combustibili fossili dai sistemi di riscaldamento è stato spostato al 2040, anno in cui i vettori rinnovabili biometano, idrogeno verde, ma anche syngas, bio-GPL ed altri, saranno maggiormente disponibili rispetto alle reti di distribuzione attuali.
In questo cambiamento di scenario energetico e tecnologico, anche gli apparecchi ibridi ‘factory made’ (pompa di calore abbinata con caldaia a gas) e le pompe di calore a gas potranno giocare un ruolo centrale. Un’altra tecnologia importante, da questo punto di vista, è rappresentata dall’abbinamento di caldaie a gas e sistemi solari termici. Il quadro della nuova direttiva ‘case green’ è reso più flessibile e concreto anche dall’attribuzione di un obiettivo nazionale cumulativo e non vincolante per singolo edificio. Ciò significa che ogni paese potrà modulare obblighi e incentivi sulla totalità del proprio parco edilizio, dando priorità agli edifici o ai distretti più facilmente ammodernabili.
Il presidente di Assotermica – associazione federata Anima Confindustria – Alberto Montanini commenta «L’accordo raggiunto in Parlamento europeo è motivo di soddisfazione per il nostro comparto industriale. L’apertura a un approccio multi-tecnologico, oltre che multienergetico e multitarget, prevede la coesistenza di una pluralità di tecnologie efficienti e agevola il percorso verso l’obiettivo di un’edilizia e di un’impiantistica green […] La revisione della direttiva ‘case green’ ha riconosciuto il ruolo che i nuovi combustibili ‘green’ avranno nella transizione che, come dice la parola, è un momento di trasformazione e non di rottura con il passato».
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