I membri del direttivo FREE hanno discusso circa le grandi potenzialità delle rinnovabili, come strumento per supportare la fase d'uscita del paese dalla situazione di crisi economica introdotta dal Coronavirus.
L’iniziativa del Coordinamento FREE per informare la politica circa le potenzialità delle rinnovabili prosegue.
Il quarto incontro è stato con l’Onorevole Gianluca Benamati, (Pd) Vicepresidente della X Commissione della Camera dei Deputati (Attività produttive, commercio e turismo) con il quale i membri del direttivo FREE hanno discusso circa le grandi potenzialità delle rinnovabili, come strumento per supportare la fase d’uscita del paese dalla situazione di crisi economica introdotta dal Coronavirus, dato che per realizzare gli obiettivi del PNIEC occorreranno circa 200 miliardi di investimenti in dieci anni nel settore energetico.
Potenzialità che vanno però supportate da azioni di sburocratizzazione degli iter autorizzativi sulle quali il Coordinamento sta lavorando, con emendamenti specifici per ogni normativa. Durante l’appuntamento sono state illustrate alcune delle proposte su cui il Coordinamento FREE sta lavorando, sia di carattere generale, sia specifico e che si riassumono in:
- urgenza delle azioni di sburocratizzazione autorizzativa, per gli interventi di miglioramento delle prestazioni degli impianti esistenti. Una questione che è ormai generalizzata e che riguarda tutte le rinnovabili, di qualsiasi tipo, su tutto il territorio nazionale, e l’efficienza energetica;
- sblocco autorizzativo per i nuovi progetti, indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi vincolanti al 2030 che subiscono la farraginosità dell’iter autorizzativo, anche e soprattutto a causa del mancato coordinamento, che genera una serie di conflitti tra organi della stessa Pubblica Amministrazione e in particolare riguarda le soprintendenze, che hanno allargato le loro prerogative anche ad aree che non sono soggette a protezione, per cui è necessario che il Ministro dei Beni Culturali stabilisca delle linee guida omogenee per l’intera nazione, circa l’inserimento di tutte le rinnovabili in tutti i vari contesti.
«Il percorso del nostro Paese verso il 2030-2050 è equilibrato e cosa rara anche condiviso tra le parti politiche. Abbiamo obbiettivi, linee d’azione e attività programmatoria. Però il meccanismo sta rallentando e ci sono questioni che hanno difficoltà a essere tradotte nel concreto» – ha detto l’Onorevole Gianluca Benamati, (Pd) Vicepresidente della X Commissione della Camera dei Deputati (Attività produttive, commercio e turismo) durante l’incontro con il Coordinamento Free – «Gli obiettivi che ci diamo sono giusti e ambiziosi con un investimento di circa 200 miliardi in dieci anni, cosa che rivoluzionerà il settore energetico italiano. Forse non abbiamo gli strumenti giusti ed efficaci per attivare le azioni necessarie. La questione che pongo è: il sistema di gestione dei servizi energetici e quello per la ricerca energetica avanzata, sono calibrati per gli obiettivi? Il Gse ha risorse importanti per il Paese, ma in Italia serve un vero sistema per la gestione dei servizi energetici che deve essere in grado di interloquire con il sistema industriale e fornirgli supporto. Se vogliamo creare un nuovo sistema con investimenti da 200 miliardi in dieci anni creando decine di nuovi GW di potenza installata e arrivando anche a un sistema di distribuzione diverso, oltre che pensare al commissariamento del Gse dobbiamo avere un progetto per far si che il Gse diventi lo strumento di questa trasformazione. E ciò vale anche per la ricerca energetica: è necessario fare ricerca e investire in questo campo senza disperdere le risorse. Bisogna mettere in sinergia le realtà che fanno ricerca coordinandole ed evitando sprechi e duplicazioni. Anche la politica deve farsi carico di tutto ciò. Bisogna superare gli atteggiamenti tecnici nei ministeri che a volte paiono più attenti alla forma che alla sostanza. Bisogna lavorare sugli strumenti, perché siamo in possesso di tutte le condizioni per fare bene, e la sfida della politica è interrogarsi su come organizzare il lavoro da fare su energia e rinnovabili. Per cui oltre a dare una risposta puntale ed efficace ai problemi posti dal Coordinamento Free la politica deve agire sul fronte degli strumenti efficienti, senza i quali non sono sufficienti finanziamenti e buoni obiettivi: si rischia di non raggiungere risultati».
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