La Direttiva Casa Green UE 2024/1275 del 24.04.2024 rappresenta una revisione fondamentale della precedente Direttiva 2010/31 UE del 19.05.2020. Questa normativa sottolinea che gli edifici sono responsabili del 40% del consumo finale di energia e del 35% delle emissioni di gas a effetto serra correlate all’energia. Perciò, la direttiva impone interventi specifici per limitare tali valori, in cui i sistemi tecnologici e gli impianti di climatizzazione rivestono un ruolo cruciale.
Obiettivi della Direttiva Casa Green
La Direttiva Casa Green promuove il miglioramento della prestazione energetica, mirando a un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050. Questo obiettivo tiene conto delle condizioni locali, climatiche e delle esigenze interne degli edifici. Tuttavia, gli interventi devono essere valutati attraverso un’analisi costo/beneficio, poiché non tutti sono immediatamente applicabili all’ampio patrimonio edilizio italiano. Si stima che il 75% degli edifici esistenti nell’Unione Europea sia inefficiente dal punto di vista energetico, con il riscaldamento che si basa principalmente su combustibili fossili come il metano (39%), il gasolio (11%) e il carbone (3%). La loro combustione genera inevitabilmente emissioni di CO2, N2O e NOx, contribuendo negativamente all’effetto serra, assieme ad altri gas refrigeranti utilizzati anche negli edifici sostenibili. La Direttiva Casa Green richiama l’importanza di trovare un equilibrio tra le migliorie passive (riqualificazione edilizia dell’involucro) e le innovazioni tecnologiche nei sistemi, abbracciando soluzioni ibride che combinano energie rinnovabili e convenzionali.
L’effetto serra e il ruolo degli impianti di climatizzazione
L’effetto serra è un processo naturale che permette il passaggio dei raggi solari, intrappolando la radiazione emessa dalla terra e dalle piante. Questo fenomeno è cruciale per mantenere temperature adeguate per la vita terrestre. Tuttavia, le attività umane hanno aumentato significativamente i gas responsabili di questo effetto, con l’anidride carbonica (CO2) che contribuisce per il 76%, seguita dal metano (CH4) e dal protossido di azoto (N2O). Il GWP (Global Warming Potential) è un parametro introdotto per valutare l’impatto di questi gas sul riscaldamento globale. Ad esempio, il metano ha un GWP compreso tra 28 e 36, mentre il protossido di azoto può arrivare fino a 300. La Direttiva Casa Green incoraggia anche l’uso di refrigeranti a basso impatto, come R1234 ZE e R290, con GWP molto ridotto.
Impatto zero: ristrutturazioni energetiche e ambientali
Un edificio a emissioni zero (ZE) presenta elevatissime prestazioni energetiche, con fabbisogno energetico pari a zero o molto basso. Il “quasi zero energy building” (NZEB) copre gran parte del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili. La Direttiva stabilisce che entro il 2030 è necessario effettuare ristrutturazioni significative, demandando agli Stati membri la responsabilità di attuare interventi di ristrutturazione profonda o importante. La riqualificazione energetica degli edifici necessita di un’analisi approfondita sui costi e benefici, bilanciando i costi iniziali con quelli di gestione e manutenzione. È fondamentale considerare che l’integrazione di energie rinnovabili, come impianti solari o pompe di calore, può variare a seconda della morfologia dell’edificio. I sistemi di automazione e controllo (BACS) possono contribuire significativamente, ma la loro efficacia dipende dalla capacità termica dell’edificio. Per garantire risultati efficaci, è essenziale intervenire sull’involucro edilizio, migliorando le prestazioni termo-igrometriche attraverso interventi di riqualificazione. Nel prossimo numero, approfondiremo il calendario per recepire i vari aspetti della Direttiva Casa Green, con un focus particolare sugli impianti tecnologici.
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