In materia di autonomia energetica, secondo le stime pubblicate da EnergRed, nel 2023 l’Italia potrebbe quintuplicare la sua quota di energia prodotta autonomamente.
«Produciamo solo il 23% dell’energia che consumiamo a fronte di una media Ue del 39%: siamo dunque uno dei Paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa, ma anche uno tra quelli con la maggiore esposizione solare» sottolineano gli analisti di EnergRed.com, E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane con un particolare focus sulle fonti rinnovabili e sul solare.
L’autonomia energetica italiana è quindi attualmente molto scarsa, ma sfruttando il sole, il vento e l’acqua, il nostro Paese potrebbe aumentare il suo livello di autonomia fino a quintuplicarla. Migliorando l’efficientamento energetico ed aumentando l’elettrificazione dei consumi, l’Italia potrà raggiungere il 60% di autonomia energetica, triplicando i livelli attuali e quintuplicando la media degli ultimi 20 anni.
«L’attuale crisi energetica, in un contesto in cui il tema delle forniture è al centro del dibattito internazionale legato alle interdipendenze tra i vari Paesi, dipende nel caso italiano dal fatto che il nostro Paese produce solo il 23% dell’energia che consuma» sottolinea Moreno Scarchini, ceo di EnergRed. L’Italia è attualmente quintultima in Unione Europea. «Performance peggiori si riscontrano solo a Malta (3%), Lussemburgo (5%), Cipro (7%) e Belgio (22%). Allo stesso tempo, tuttavia, l’Italia è —insieme alla Spagna— uno dei due Paesi più favoriti in termini di esposizione al sole» spiega Giorgio Mottironi, marketing manager di EnergRed.
«Negli ultimi 20 anni, inoltre, l’autonomia energetica italiana ha fatto registrare un miglioramento maggiore rispetto a quello registrato negli altri Paesi dell’Unione Europea e questo ci fa molto sperare per gli anni a venire» aggiunge Mottironi.
Vero è infatti che l’incremento dell’autonomia in Italia (pari al 9%) è quintuplo rispetto a quello della Spagna (1,8%) ed è oltre il doppio rispetto a quello della Francia (3,7%). Secondo EnergRed la fruibilità di sole, vento ed acqua presenti sul nostro territorio, rendono l’Italia leader in Ue per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili.
Il fotovoltaico potrebbe crescere potenzialmente anche di 6 volte. Il potenziale aumento della produzione relativamente al fotovoltaico è infatti pari a 126 GW addizionali, circa 6 volte la capacità installata odierna con Lombardia, Sicilia e Puglia sul podio: queste tre regioni messe insieme rappresentano un terzo della potenza addizionale nazionale, il 40% è relativo agli impianti installati sui tetti ed il rimanente 60% relativo agli impianti a terra, includendo anche l’agrivoltaico. L’eolico ha invece un potenziale per crescere di 2,5 volte. L’incremento raggiungibile a breve in termini di potenza è pari a 26 GW, anche in questo caso con tre regioni sul podio: Sicilia, Puglia e Sardegna, che messe insieme rappresentano il 62% dell’opportunità di sviluppo legata all’eolico. Ma tra le regioni a più alta ventosità ci sono anche Basilicata, Calabria e Campania.
L’idroelettrico, mediante il repowering di impianti esistenti o attraverso lo sviluppo di impianti di mini-idroelettrico, ha un potenziale di incremento del 25% pari a circa 6 GW, prevalentemente in Lombardia, Trentino Alto Adige e Piemonte. Ma anche in Abruzzo.
«Proprio in Abruzzo abbiamo voluto essere promotori ed artefici del ripristino di una centrale mini-idroelettrica, quella di Villetta Barrea (L’Aquila), che risale al 1910 e rappresenta un patrimonio architettonico e storico fortemente identitario, con un importante impatto ambientale positivo. Per noi quello nel Parco Nazionale d’Abruzzo è un “flagship project” attraverso il quale arrivare alla creazione di molteplici comunità energetiche a impatto quasi zero in tutt’Italia» sottolinea Moreno Scarchini.
Quello di Villetta Barrea, nel cuore del Parco Nazionale, è stato inoltre il primo progetto italiano di “comunità a impatto energetico quasi zero”, andando a riqualificare una piccola centrale idroelettrica grazie ad una collaborazione pubblico-privato che vede — attraverso il crowdfunding — il coinvolgimento dei cittadini.
In ambito rifiuti invece «con le potenzialità del biometano si potrebbe arrivare ad una produzione di 6,4 miliardi di metri cubi, pari all’8% del consumo nazionale ed al 22% del gas importato dalla Russia» sostiene Giorgio Mottironi. «Certo è che con le rinnovabili abbiamo l’opportunità di rendere il nostro Paese quanto più possibile autonomo dal resto del mondo, accelerando nel contempo il processo di decarbonizzazione e di transizione energetica globale» conclude il ceo di EnergRed, Moreno Scarchini.
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