Attualità

Cessione del credito e sconto in fattura

Chi segue il settore delle riqualificazioni energetiche sa che nel 2019 c’è già stata una sperimentazione sullo sconto in fattura (art. 10 del Decreto Crescita), ma ha avuto un iter molto travagliato ed alla fine si è concluso con una bocciatura parziale al 31/12/2019. L’esperimento ha infatti distorto il mercato a favore delle grandi “multi utility” (grandi aziende con grande capienza fiscale) ed ha penalizzato le PMI (piccole e medie imprese). Per questo, l’AGCM (Autorità Garanzia Concorrenza Mercato) ha bocciato questo articolo del Decreto Crescita, e si sono unite alla protesta anche tante associazioni di categoria come ConfArtigianato, Italia Solare, etc. A distanza di 5 mesi dalla fine dello sconto in fattura per interventi come il fotovoltaico, il governo ripropone una nuova modalità “potenziata” dello stesso strumento: si passa dal 50% al 100% di sconto in fattura. Inoltre, il credito potrà essere ceduto anche agli istituti finanziari, consentendo, teoricamente anche alle PMI di utilizzare questo strumento.
Il Decreto Rilancio, all’art. 121 tratta l’argomento cessione e sconto in fattura e, da una lettura attenta, iS Energy Srl ne sottolinea i punti critici:
1) Milioni di clienti: la platea di clienti ai quali sarà applicabile lo sconto in fattura e la cessione del credito è realmente “sconfinata”. Parliamo di milioni di clienti da accontentare in meno di un anno e mezzo (nella migliore delle ipotesi). In Italia i proprietari di prima casa sono 19,5 milioni: eliminando le costruzioni recenti in classe A4 (perchè una classe A3 può ancora potenzialmente accedere al sistema di sconto in fattura) ed eliminando magari ancora qualche milione di italiani che non si è adeguatamente informato avremo sempre e comunque una platea di diversi milioni di clienti (ai quali dovrebbero aggiungersi anche i proprietari di seconda cosa in condominio); per milioni di clienti, serviranno decine di milioni di pannelli fotovoltaici, milioni di pompe di calore, milioni di accumuli, etc. dove si reperiranno tutte queste risorse ? Per fare un esempio pratico, nel 2018 in Italia sono stati realizzati 800.000 impianti (fonte GSE): impianti residenziali, industriali, commerciali. Il Decreto Rilancio vuole farci credere che possiamo incrementare di 10 volte questo numero, nel solo settore residenziale (restano poi ancora gli altri settori da accontentare). E’ una impostazione completamente avulsa dalla realtà (per giunta in un periodo post-pandemia con molte fabbriche ancora con la produzione ferma o parzialmente attiva);
2) Tempi stretti: il Decreto Legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale martedì 19/05/2020 dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni (evitando così che decada, come prevede la Costituzione). L’articolo 119 comma 13 prevede che il Ministero dello Sviluppo Economico, entro 30 giorni dall’entrate in vigore della legge, stabilisca le modalità attuative per la trasmissione delle asseverazioni all’ENEA. A sua volta, l’ENEA dovrà recepire queste modalità e renderle operative sul suo portale. In aggiunta L’Agenzia delle Entrate, ha 30 giorni di tempo per pubblicare le sue linee guida sulla gestione delle procedure di richiesta dello sconto/credito d’imposta. A questo punto l’Agenzia delle Entrate dovrà adeguare il suo portale ed istruire il suo personale (stesso discorso per il portale ENEA). Dovranno “attrezzarsi” anche i CAF (o i commercialisti abilitati) che dovranno rilasciare il “visto di conformità” come previsto dal comma 11 dell’art. 119 e gestire una mole di lavoro senza precedenti. In ultimo, dovranno adeguarsi le banche, stabilendo le procedure per accogliere le richieste di cessione credito, di prestito alle imprese per iniziare il lavori, etc. Data la precedente esperienza del 2019, noi riteniamo che tutto questo meccanismo non diventerà operativo prima di fine anno;
3) Selezione dei clienti: dai 2 punti precedenti, consegue che le aziende del settore saranno costrette a fare una cernita tra le migliaia di richieste di interventi in cessione che riceveranno nei prossimi mesi e realizzare le opere gratuite solo ad una parte di queste; una parte decisamente ristretta, compatibilmente con la capacità di gestire la mole di lavoro di una seria riqualificazione energetica: dalla progettazione all’installazione, dalla programmazione al collaudo. Infatti, aziende strutturate per fare 100 interventi all’anno, non riusciranno a farne 10.000 solo perché il Decreto Rilancio ha stabilito che fino al 31/12/2021 si fanno riqualificazioni gratis; si creeranno delle vere e proprie liste d’attesa dove sarà data priorità a chi ha già la situazione chiara ed i preventivi pronti: nel nostro caso, daremo priorità ai clienti per i quali abbiamo elaborato la diagnosi energetica. Chi ha già la diagnosi, infatti, con i preventivi abbinati, avrà a sua volta maggiori possibilità di ottenere il “visto di conformità” dal CAF, gli APE (pre e post), le asseverazioni, ed il resto degli aggravi burocratici sul portale ADE ed ENEA;
4) Rischio truffe: dai 3 punti sopra descritti, conseguirà un elevato rischio di truffe. Innanzitutto truffe verso i cittadini, perché per realizzare il maggior numero di commesse in un così ristretto arco di tempo, ci saranno aziende senza scrupoli che installeranno qualsiasi macchina trovino sul mercato con livelli di manodopera scarsi o addirittura dannosi e fuori norma, pur di realizzare i lavori in tempo utile. Non c’è da escludere che avvenga lo stesso dannoso fenomeno che dal 2007 al 2013, portò alla nascita di migliaia di aziende improvvisate per installare fotovoltaico durante il periodo degli incentivi del Conto Energia; aziende che sono letteralmente sparite nel 2013 alla fine degli incentivi, lasciando migliaia di proprietari di impianti senza assistenza e spesso con ingenti danni da pagare. E’ notizia accertata che ci sono venditori “da appartamento” che si stanno facendo pagare cifre a “3 zeri” da clienti preoccupati di accaparrarsi lo sconto in fattura, in una sorta di “liste di attesa” ufficiose: un mercato “delle indulgenze” legate ad un meccanismo di incentivazione troppo distorsivo non solo del mercato, ma anche della realtà stessa perchè il “tutto gratis” per giunta “a tutti” non è sostenibile.
In secondo luogo, truffe ai danni dello Stato, perché si faranno carte false per ottenere i soldi dalle Banche e, nonostante le sanzioni ed i controlli a campione, il rischio truffe resta elevatissimo (rischio che potrà ricadere anche in capo al committente, se viene dimostrata la “responsabilità in solido”, come descritto al comma 6 dell’art. 121 del Decreto);
5) Rischio danni: dai 4 punti precedenti, consegue un potenziale rischio che il cliente possa riportare dei danni al fabbricato a causa di installazioni approssimative e senza rispetto della regola d’arte. Per esempio, danni alla copertura a causa dei fori che le ditte inesperte (o in malafede) realizzano su tegole, coppi, guaine bituminose, etc. per installare le strutture di supporto dell’impianto fotovoltaico, preferendo una rapida ed economica soluzione ad una soluzione più seria ma più lunga da realizzare. Il cliente avrà così danni da infiltrazioni che dovrà riparare a sue spese, facendo smontare l’impianto fotovoltaico per riparare la copertura. Altro esempio, l’installazione di una pompa di calore in sostituzione della caldaia esistente: se la pompa di calore non viene scelta con un giusto percorso di progettazione, il rischio è che non riesca a scaldare la casa, oppure che assorba troppa elettricità e costringa l’utente a contratti di fornitura trifase. In questo caso, una volta eliminata la vecchia caldaia, al cliente non resta altro che tenersi la pompa di calore e chiamare una ditta seria che provi a risolvere i problemi. Tanti altri esempi sono possibili, come cappotti mal realizzati che dopo qualche anno si staccano dalla parete, infissi scadenti e installati male che fanno entrare aria fredda e generano discomfort e muffe, etc.;
6) Rischio sorprese: abbiamo notato che incredibilmente, nei primi giorni dalla pubblicazione della bozza del Decreto Rilancio, ci sono ditte che propongono già la cessione del credito e lo sconto in fattura; è una proposta commerciale a nostro avviso molto rischiosa per le 5 motivazioni sopra esposte; il rischio è che queste ditte inseriscano delle clausole contrattuali vessatorie, grazie alle quali l’ignaro cliente dovrà pagare di tasca propria l’intervento se non riesce a produrre il certificato di cessione del credito secondo i tempi stabiliti dal contratto. Per esempio, se firmo 50.000 Euro di lavori con sconto immediato del 100%, debbo però procurarmi il visto di conformità dal CAF ed il certificato dall’Agenzia dell’Entrate entro 3 mesi dalla fine dell’installazione, pena il pagamento integrale dei lavori. Data l’incertezza sui tempi di operatività dell’Agenzia delle Entrate, il rischio di incappare in sorprese del genere è elevato;
7) Rischio “occasione persa”: si tratta dell’applicazione perfetta del proverbio “chi troppo vuole, nulla stringe“; attendere che la cessione/sconto diventi operativa e poi attendere che un’azienda riesca a realizzare i lavori in tempo utile, potrebbe far perdere un’occasione preziosa a chi invece ha la capacità IRPEF di sfruttare la detrazione diretta 110% sulle proprie tasse. Chi non ha capienza fiscale, non ha altra scelta che sperare nella cessione/sconto, ma chi ha IRPEF da sfruttare, è giusto che valuti bene cosa fare. Per maggiori informazioni sulla DETRAZIONE 110% clicca qui

A questi 7 punti, ne se aggiungono altri 3 che sembrano meno importanti, ma che in realtà sono aspetti fondamentali di etica e sostenibilità:
1) Disuguaglianza sociale: lo sconto in fattura potrà essere richiesto da chiunque, indipendentemente dal reddito. Questo meccanismo genera una profonda disparità sociale perchè attribuisce le stesse possibilità di ottenere una riqualificazione energetica gratis sia al ricchissimo che al poverissimo. Facciamo un esempio: un proprietario di una villa da 500 m2 su 4 piani ha la possibilità di riqualificarla sfruttando le detrazioni fiscali al 110%, avendo un capitale da investire ed un totale IRPEF annuo molto elevato da recuperare, ma decide di sfruttare comunque lo sconto in fattura e farsi rifare tutti i lavori gratis; un proprietario di una piccola villetta unifamiliare degli anni 70 che ha veramente bisogno di riqualificazione ma che non ha né il capitale disponibile, né il reddito Irpef da recuperare, decide di sfruttare lo sconto in fattura; in questo modo il ricco proprietario della villa grande andrà ad occupare tutti i massimali disponibili e quindi sarà più appetibile dalle ditte che lavorano nel settore, mentre il proprietario della villetta avrà più difficoltà e meno probabilità di riuscire a realizzare i lavori in tempo utile (31/12/2021). Un sistema socialmente ingiusto di accesso ad un meccanismo di incentivazione;
2) Aumento speculativo di prezzi: l’enorme richiesta di materiali e forza lavoro che si comprimerà nel prossimo anno grazie allo slogan “riqualifica la tua casa gratis” che sta imperversando da settimane sul web, porterà ad un possibile aumento dei prezzi, a causa della incapacità del nostro sistema di aziende specializzate sulla riqualificazione energetica, di soddisfare una tale mole di lavoro. Questo genererà distorsioni del mercato a sfavore di coloro che opteranno per la detrazione fiscale del 110%, oltre che danni alle casse dello Stato (ricordiamoci sempre che i soldi spesi nelle riqualificazioni sono soldi che lo Stato perde come introiti tasse);
3) Assistenzialismo diffuso: infine, vorremmo che tutti ci interrogassimo sul messaggio che stiamo lanciando agli italiani che possiamo riassumere come segue: “caro italiano, se anche hai il capitale e l’Irpef per effettuare i lavori di riqualificazione energetica, sfrutta pure lo Sconto in fattura e fatti fare i lavori gratis dallo Stato. Il tuo capitale poi lo userai per altre spese dove non è prevista la detrazione, magari per un’auto di lusso o altro“. Il rischio è quello di alimentare una mentalità assistenzialista causata dall’eccessiva propaganda dello sconto in fattura.

La posizione della iS Energy Srl sulla Cessione del Credito e lo Sconto in Fattura è quindi netta: finché non sarà tutto ben chiaro e definito, non verranno proposti ai clienti i meccanismi dello sconto in fattura o della cessione del credito. Non si deve però confondere la valutazione critica come una chiusura a prescindere verso lo sconto in fattura e la cessione del credito: tale valutazione vuole solo riportare alla realtà tutti quei milioni di italiani che in questi giorni stanno cercando di capire come muoversi per ottenere questo vantaggio e possono essere vittime di truffe da parte di aziende che alimentano false speranze in tempi stretti. iS Energy valuterà la possibilità di attivare i meccanismi di cessione del credito e sconto in fattura, non appena saranno completate le seguenti fasi:
1) Conversione in legge del Decreto Rilancio: 60 giorni di tempo dal 19/05/2020
2) Emanazione decreto attuativo da parte del MISE: 30 giorni di tempo dalla conversione in legge di cui al punto precedente
3) Linee guida dell’Enea: tempo non specificato, a partire dalla pubblicazione del decreto attuativo di cui al punto precedente
4) Linee guida dell’Agenzia delle Entrate: 30 giorni dalla pubblicazione del Decreto Rilancio (anche se è più verosimile che l’ADE attenda la conversione in legge)
5) Procedure bancarie per l’erogazione della liquidità e l’acquisizione del credito d’imposta: tempo indefinito
6) Adeguamento portali ADE ed ENEA per ricevere la nuova documentazione
7) Adeguamento e formazione personale CAF e Commercialisti per sostenere una mole di lavoro senza precedenti

Nell’attesa che i 7 punti sopra esposti vengano tutti soddisfatti, probabilmente non prima di fine anno, l’azienda piemontese propone al cliente di non affrettarsi a firmare contratti con aziende generiche, ma di avviare con aziende specializzate una diagnosi energetica, ovvero uno studio termotecnico della propria abitazione al fine di capire quali interventi realizzare per rientrare nel Decreto e per massimizzare l’investimento di riqualificazione energetica.

Simone Scotto di Carlo

(Direzione Tecnica IS ENERGY Srl)