Icim consegna a Caprari il primo Certificato in Italia rilasciato secondo lo schema "Prodotto compatibile con l'acqua destinata al consumo umano". La certificazione conseguita dall'azienda specializzata nella produzione di pompe e soluzioni per il ciclo integrato dell'acqua, anticipa la revisione europea dei regolamenti relativi ai materiali utilizzabili negli impianti per l'acqua potabile
Non poteva esserci cornice migliore per il rilascio del primo certificato ICIM secondo lo schema “Prodotti e componenti utilizzati a contatto con l’acqua destinata al consumo umano”: al Festival dell’Acqua di Bari, l’Amministratore Delegato di Icim SpA, Gaetano Trizio, ha consegnato ad Alberto Caprari, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Caprari SpA, nonché Presidente di Anima Confindustria, la certificazione per le Pompe Sommerse, utilizzate per la captazione dell’acqua dai pozzi. Si tratta dei primi due certificati in assoluto rilasciati in Italia e proprio alla Caprari, specializzata a livello europeo nella progettazione e realizzazione di soluzioni per l’acqua.
Il nuovo schema di certificazione Icim si rivolge a tutti i produttori di tubazioni, pompe, valvole, serbatoi di contenimento e riscaldamento dell’acqua come anche ai costruttori di impianti e componenti per il trattamento delle acque, rubinetterie e impianti di trasformazione. Con questo schema Icim verifica la conformità delle aziende nella progettazione e produzione dei prodotti e nella scelta dei relativi materiali per evitare “cessioni fuori norma”, a garanzia della qualità e salubrità dell’acqua destinata al consumo umano, cioè tutta quella relativa alla preparazione di cibi e bevande o ad altri usi domestici.
Già oggi i fabbricanti sono responsabili dei controlli su tutti i prodotti impiegati nella filiera che va dalla falda acquifera al punto di erogazione e devono indicarne la conformità prima dell’immissione sul mercato (Decreto Ministeriale n.174 del 2004): ma le indicazioni possono essere disattese anche per la difficoltà che le aziende incontrano nel merito degli adempimenti e nel controllo dei processi produttivi come della documentazione che dimostri la rispondenza ai requisiti di legge.
Grazie alla certificazione Icim, le aziende possono gestire i rischi derivanti da cessioni chimiche o fisiche e identificare la corretta rispondenza dei propri processi e dei test di laboratorio ai requisiti legislativi. Gli audit di sorveglianza annuali sul sistema di produzione e le prove di cessione su un campione dei materiali/prodotti, consentono la verifica del mantenimento del certificato Icim nei 5 anni di validità.
Lo schema proprietario di certificazione volontaria Icim, riconosciuto da Accredia, segue gli stessi principi alla base della revisione in corso del Regolamento nazionale sui “materiali e gli oggetti che possono essere utilizzati negli impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano”: una revisione che si attende ormai imminente. Questo nuovo Regolamento nazionale darà la possibilità di avvicinare la legislazione italiana a quella elaborata da alcuni Stati Europei (Germania, Inghilterra, Francia e Danimarca, cui successivamente si è aggiunto il Portogallo) per armonizzare le rispettive legislazioni nazionali e arrivare a parametri comuni sui materiali e i prodotti a contatto con acqua destinata al consumo umano. L’obiettivo è facilitare la corretta applicazione della Direttiva Europea 98/83/CE conosciuta come DWD -Drinking Water Directive, il cui rispetto rende spesso difficoltosa la libera circolazione delle merci tra i vari Paesi. Non solo: sta crescendo la sensibilità dell’opinione pubblica verso l’acqua e, in generale, va facendosi più stringente il rigore del legislatore sui criteri igienico-sanitari relativi all’acqua potabile.
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