L’iniziativa di regolamentare con maggiore precisione le biomasse legnose fu lanciata nel febbraio 2020. Nonostante il periodo drammatico intercorso e l’emergenza sanitaria, il lavoro dei gruppi del Comitato Termotecnico Italiano è proseguito e si è oggi in procinto di varare una normazione più coerente e omogenea a riguardo delle biomasse legnose. Esaminiamola nel suo insieme e nei suoi scopi.
Quando a Progetto Fuoco a Verona poco più di un anno e mezzo fa si iniziò a parlare di nuove norme per le biomasse legnose, il tavolo dei relatori si alternava nelle presentazioni e disegnava un quadro allettante e ambizioso, ovvero un sistema di norme interlacciate che permettesse di affrontare un passaggio chiave della vita del settore. L’obbiettivo principale era la riqualificazione dell’impiantistica legata alle biomasse legnose come stufe, caldaie e camini, in una modalità semplificata o comunque meglio delineata, rivolta a un incremento della resa e alla diminuzione delle emissioni.
Valter Francescato, direttore tecnico, referente tecnico Gruppo caldaie e referente tecnico Gruppo cogenerazione di Aiel – Associazione Italiana Energie Agroforestali, a diciotto mesi di distanza commenta soddisfatto il risultato. Quello che ci si riprometteva a Verona durante il convegno non è successo con la velocità prevista, in parte a causa della pandemia e in parte a causa dell’effettiva complessità della materia, ma oggi si può constatare che un grosso passo avanti è stato compiuto. L’intero complesso di norme che governano la materia delle biomasse legnose è stato aggiornato e, seppur non ancora pubblicato, è già oltre la fase di inchiesta pubblica e in procinto di vedere in azione la discussione dei commenti.
Biomassa legnosa: gli aggiornamenti normativi
La prima delle norme ad essere stata rivista non era fra quelle oggetto del convegno, ma è diciamo così una specie di prerequisito: l’aggiornamento della ISO 17225 è un dato che permette di avere una classificazione dei requisiti generali e delle specifiche dei combustibili solidi. Essa determina le classi del pellet di legno, delle bricchette (o tronchetti) di legno, del cippato di legno, della legna da ardere, del pellet non legnoso e, infine, le classi delle bricchette non legnose, disciplinando in modo conclusivo (dato che la norma è stata definitivamente pubblicata) la delicata questione della qualità del biocombustibile.
La revisione della UNI 10683 – Verifica, installazione, controllo e manutenzione di impianti fino a 35 kW è ancora in fase di inchiesta pubblica e i tempi per la produzione di commenti e la loro discussione portano la pubblicazione ad essere prevista per il primo trimestre del 2022. La norma aveva una sua conformazione piuttosto essenziale, ma i lavori di aggiornamento l’hanno portata da un volume di trenta pagine a una dimensione di cento pagine circa, tali da farne un vero e proprio disciplinare o documento di linee guida per tutta l’attività degli operatori che lavorano sul settore delle biomasse legnose. Si tratta di un lavoro che avrà un valore significativo in quel contesto di transizione ecologica e riqualificazione tecnico-ambientale oggi richiesto su un parco installazioni che per il 70% ha un’età anagrafica ormai superiore ai dieci anni, e richiede pertanto di essere rinnovato per rendere compatibile il contributo delle biomasse alle politiche di risanamento della qualità dell’aria, in particolare nelle aree molto critiche come il bacino padano.
Manutenzione degli impianti a biomasse legnose
L’aggiornamento del capitolo specifico della UNI 10389 dedicato alle biomasse legnose, il quaderno 2 del testo dal titolo Misurazioni in opera delle emissioni si trova alla soglia della discussione dei commenti nati dall’inchiesta pubblica e se ne attende la pubblicazione entro la fine dell’anno. Esso andrà a costituire uno strumento altrettanto fondamentale per rendere più efficiente il parco installato, così come molto più efficaci le operazioni di manutenzione degli impianti termici a biomassa. L’aggiornamento sarà applicabile sia ai generatori di riscaldamento d’ambiente automatici alimentati a pellet (UNI EN 14785) e altre biomasse legnose, sia alle caldaie a biomassa legnosa manuali e automatiche (UNI EN 303-5). La norma indica le modalità di misurazione del tiraggio, del rendimento di combustione, del CO e dei NOx. È stata sottoposta ad un lavoro di revisione anche la norma di verifica dei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione (SEPC), ancora priva di una codificazione in campo UNI, che sta transitando dall’inchiesta pubblica al recepimento e alla discussione dei commenti, la cui nuova redazione ha il preciso scopo di fornire indicazioni ancora più chiare per verificare i requisiti di sicurezza dei SEPC negli impianti termici civili alimentai a combustibile liquido e/o solido. La norma tratta esclusivamente gli aspetti di verifica della sicurezza.
Un altro capitolo che è andato nella direzione dell’armonizzazione è costituito dalla UNI 10412 – Sicurezza idronica impianti termici, che è delle norme affrontate nell’ambito di questo lavoro, quella che ha un percorso di gestazione ancora da precisare per la necessaria sintonizzazione fra le istanze poste in sede di redazione e le osservazioni di Inail al riguardo.
“Un lavoro complessivo che si è dimostrato da un lato ampio e consistente, ma che è sicuramente utile per dare il via ad un’operatività installativa e manutentiva capace di prendersi carico di un parco macchine decisamente consistente – osserva Francescato – Ci troviamo di fronte ad una vera e propria massa di generatori obsoleti, circa un milione e mezzo nel Bacino Padano, che richiede un criterio preciso di guida per la sua riqualificazione. Parlare di efficienza energetica, di sicurezza strutturale e di contenimento dell’impatto è sicuramente importante, ma in presenza di una normazione avanzata e adeguata ai sempre più impegnativi livelli di tutela ambientale è uno strumento per trasformare una discussione nella possibilità concreta di realizzare questi obiettivi”.
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