Bellosta Rubinetterie ha recentemente proposto il proprio stand al Salone del Mobile, presso Rho-Fiera, alla presenza di Maurizio Bellosta, Riccardo Poli e Fabio Galesi.
In linea con la propria filosofia aziendale, anche quest’anno Bellosta Rubinetterie ha proposto un’installazione rivolta alla promozione di tematiche socio-culturali. La rinascita a seguito della pandemia è una ripartenza, la ripresa delle attività produttive ma anche della cultura e della socialità tipiche della città di Milano, da sempre simbolo di movimento e innovazione. In occasione del Supersalone, nella cornice proposta dallo Studio Boeri, Bellosta ha affidato il concept studiato da Silvia e Roberta Teruggi e Roberta, all’artista poliedrico Riccardo Poli, nella convinzione che la bellezza debba necessariamente scaturire dalla cultura in tutti i suoi aspetti. Il concept dell’opera dipinta a mano e liberamente interpretato da Poli, è incentrato sulla rinascita, sulla speranza e sull’importanza del contatto umano, che tanto sono mancati durante la pandemia. L’installazione è stata la scenografia alle nuove collezioni 2021: Microfono e Uno progettate dall’architetto Franco Segre e Michele Rosa, Cygnus Q, Movida e Fabrique progettate da EQB Design.
“Il supersalone, edizione straordinaria del Salone del Mobile, segna la ripartenza del design – commenta Maurizio Bellosta, CEO Bellosta Rubinetterie. – Per quanto riguarda il nostro concept espositivo, abbiamo scelto un’installazione anticonvenzionale che rispecchia l’identità aziendale. Da dieci anni alla nostra attività produttiva affianchiamo uno scopo sociale e culturale. In continuità con il nostro progetto ‘Da Brera a Quarto andata e ritorno: Bellosta e il design nei quartieri di Milano’, realizzato durante la Milano Design Week 2019 e inaugurato alla presenza del sindaco Beppe Sala, quest’anno presentiamo un’opera dello street-artist Riccardo Poli, che esprime la ripartenza di Milano. Nell’installazione, a fianco delle novità prodotto, ci sarà il libro “La milanese”, simbolo di milanesità, scritto da Michela Proietti, giornalista del Corriere della Sera”.
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