
La questione dell’acqua potabile è di fondamentale importanza per la salute pubblica. Ma come possiamo essere certi che l’acqua erogata da un rubinetto sia adatta all’uso umano? Per rispondere a questa domanda, sono stati definiti una serie di parametri significativi che garantiscono la qualità dell’acqua potabile.
Uno dei principali indicatori di potabilità è il pH, che misura la concentrazione degli ioni idrogeno. Questo valore indica se l’acqua è acida (pH inferiore a 7) o basica (pH superiore a 7). Un pH compreso tra 6,5 e 9,5 è raccomandato per garantire un’acqua potabile non aggressiva.
Il residuo fisso calcolato rappresenta la misura dei sali disciolti nell’acqua, derivante principalmente dalla presenza di ioni come sodio, potassio e calcio. Il valore massimo consigliato per il residuo fisso è di 1.500 mg/litro, per evitare un’eccessiva mineralizzazione.
Un altro parametro fondamentale è la durezza dell’acqua, legata alla presenza di ioni calcio e magnesio. Questa viene comunemente misurata in Gradi Francesi (°F), dove un valore compreso tra 15 e 50 °F è considerato ideale. Acque troppo dure possono causare problemi negli impianti domestici e nella salute.
La conducibilità elettrica è un ulteriore parametro da monitorare, in quanto dipende dalla quantità di sali disciolti nell’acqua; il valore massimo raccomandato è di 2.500 µS/cm. Questo parametro fornisce indicazioni sull’innalzamento della salinità dell’acqua.
Altri contaminanti, come l’ammoniaca, possono essere presenti sia naturalmente sia come risultato dell’attività umana. Il limite massimo consigliato per l’ammoniaca è di 0,50 mg/litro. Analogamente, la presenza di ioni cloruro, solfati e sodio deve essere monitorata, con limiti rispettivamente di 250 mg/litro per i cloruri e i solfati, e 200 mg/litro per il sodio.
L’arsenico è un contaminante critico, con un limite legale di 10 µg/litro, presente in rocce e minerali. La misurazione del cloro residuo, utilizzato per la disinfezione dell’acqua potabile, non deve superare lo 0,2 mg/litro.
Anche i fluoruri e i nitrati sono parametri di rilevanza: il limite consigliato per i fluoruri è di 1,50 mg/litro, mentre per i nitrati è di 50 mg/litro. I nitriti, derivati dalla degradazione dei nitrati, hanno un limite legale di 0,50 mg/litro. Infine, il manganese, presente in natura, deve rimanere sotto il valore massimo consigliato di 50 µg/litro.
In conclusione, conoscere e monitorare queste caratteristiche è essenziale per garantire che l’acqua potabile sia effettivamente sicura per il consumo umano. Adottare queste misure contribuisce non solo alla salute individuale ma anche al benessere collettivo.
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