Cresce l’utilizzo di acqua tra le mura di casa, mentre diminuiscono sensibilmente i consumi nel settore produttivo. È quanto rivelano le analisi dei dati effettuate nel territorio milanese da Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano.
L’impatto del Covid-19 nel milanese lo si legge proprio attraverso la lettura dei consumi idrici, che registrano un incremento dell’8% sul consumo domestico, mentre, a seguito del sostanziale blocco del sistema produttivo, cala del 17% l’utilizzo nei settori dell’industria, del commercio e dell’artigianato. Segno palpabile di come il Covid-19 abbia colpito i settori produttivi che al momento sono in gran parte fermi, fatto salvo il comparto alimentare che tradizionalmente è uno dei più grandi consumatori di acqua insieme all’agricoltura.
Una cartina di tornasole, quella dell’acqua, che indica quanto sia cambiato lo stile di vita dei cittadini dei Comuni della Città metropolitana di Milano, alle prese con la reclusione forzata. Non solo, si passa tutto il tempo in casa, ma la partenza della mattinata si sposta di un paio di ore in avanti, complici scuole chiuse e smart working: il picco di consumi, infatti, si registra alle 8,30 anziché, com’era prima del 9 marzo, alle 6,30 del mattino. In questo scenario l’acqua è diventata un elemento ancora più prezioso, se si pensa che il primo gesto per evitare il contagio da Coronavirus è proprio quello di lavarsi le mani.
«L’emergenza si combatte attraverso la prevenzione» – afferma Luca Lucentini, Direttore Reparto Qualità dell’acqua e salute, Istituto Superiore di Sanità – «Mai come in questo momento l’acqua del rubinetto svolge un ruolo fondamentale di presidio igienico-sanitario per contrastare la diffusione del CoVid-19. Quella che entra nelle nostre case è un’acqua sicura e controllata, grazie al Water Safety Plan, sistema che si avvale di un approccio predittivo del rischio, indicato proprio dall’OMS, implementato per la prima volta in Italia proprio da Gruppo CAP nei comuni della Città metropolitana di Milano».
L’impatto della crisi è invece evidente nei mancati consumi da parte del reparto produttivo, suddiviso tra industria, commercio e artigianato. La mancata produttività è alla base di quel 17% in meno di acqua potabile consumata in aziende e uffici e nel decremento dei volumi di acqua immessi negli impianti di depurazione (-20%), dati che variano ovviamente a seconda del settore industriale (oil&gas, farmaceutico, alimentare, concerie), ma che in ogni caso risultano sempre in flessione anche per il settore agroalimentare.
Per rispondere in modo tempestivo ed efficace alle difficoltà economiche causate dall’emergenza in atto, Gruppo CAP ha messo in campo una serie di misure a sostegno delle imprese del territorio: dalla semplificazione delle gare di appalto all’anticipo dei pagamenti delle prestazioni già effettuate, l’obiettivo è garantire un rilancio economico tempestivo, una volta terminato il lockdown.
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