Secondo uno studio Porsche Consulting è il momento di superare la visione settoriale ed entrare in ecosistemi competitivi più complessi, con l’avvento dell’Internet of Things (IoT) anche gli smart building sono edifici intelligenti a tutti gli effetti. Questi innovativi smart building incorporando nuove generazioni di hardware e software, possono entrare a far parte di nuovi ecosistemi, spostando l’attenzione su servizi incentrati sull’esperienza di utilizzo degli spazi e sulla trasformazione degli edifici stessi in centri di profitto.
In occasione di Smart Building Expo in scena dal 13 al 15 Novembre a Fiera Milano, Porsche Consulting, la società di consulenza strategica parte dell’omonimo gruppo, evidenzia i passi da seguire per ripensare il proprio ruolo al di fuori di una visione settoriale e cogliere l’opportunità per trasformare gli smart-building nel tassello fondamentale delle future smart cities, offrendo servizi anche molto lontani da quelli che oggi propone il settore. L’integrazione di hardware e software nella gestione degli edifici, ormai presente nella maggior parte delle nuove realizzazioni, permette già di interpretare i dati relativi agli ambienti ed adattare gli spazi alle necessità del cliente. L’integrazione degli edifici in reti più ampie, il cloud computing e l’artificial intelligence danno vita a interessanti opportunità e nuove case history, abilitando modelli innovativi di business molto più sofisticati di quelli tipici della gestione del real estate o del facility management tradizionale.
L’utente passa dal possesso degli impianti, ad esempio il sistema di illuminazione, al puro pay-per-use attraverso investimenti tecnologici fatti dal service provider. La creazione di smart grid per edifici o gruppi di edifici, consente sia forti risparmi energetici, in particolare a seguito del bilanciamento della rete, sia la vendita dell’energia stessa, trasformando quindi un centro di costo in un centro di profitto. Mentre gli attuali operatori migrano la propria proposta di valore verso i servizi per attrarre nuovi clienti, il potenziale di crescita del settore della building automation spinge sia giganti tecnologici che nuove start-up ad inserirsi nei mercati con le loro soluzioni innovative. Il mercato globale degli smart building si colloca al terzo posto per numero di applicazioni IoT e si stima che tra il 2018 e il 2025 registrerà una crescita annuale pari al 32,3%. Il potenziale è enorme, in quanto in futuro gli edifici saranno in grado di comunicare e scambiare dati con sistemi di traffico, reti elettriche e infrastrutture di smaltimento dei rifiuti, diventando elementi fondamentali delle smart cities.
In Italia ci sono interessanti esempi di soluzioni smart: Siemens ha realizzato nel proprio quartier generale di Milano un modello di generazione energetica distribuita che permetterà di massimizzare l’autoconsumo e ridurre il carico sulla rete nazionale grazie ad una gestione bilanciata ed accurata dei carichi elettrici e della produzione; si tratta di una microrete intelligente della capacità complessiva di oltre 1 megawatt (MW). Si tratta di un caso concreto di infrastruttura smart che integra tecnologie e building diversi, alimenta due edifici, uno smart building nuovo certificato Leed Gold e uno storico degli anni ’60 completamente rinnovato, coprendo un’area complessiva di circa 86 mila metri quadri e 1800 persone.
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